A Casa di Lucia | FONDO MANOSCRITTI MARIA CORTI
21593
post-template-default,single,single-post,postid-21593,single-format-standard,theme-bridge,bridge-core-1.0.2,no-js,woocommerce-no-js,ajax_fade,page_not_loaded,,vertical_menu_enabled,qode-title-hidden,side_area_uncovered_from_content,transparent_content,columns-4,qode-theme-ver-18.0.4,qode-theme-bridge,disabled_footer_top,wpb-js-composer js-comp-ver-5.7,vc_responsive

FONDO MANOSCRITTI MARIA CORTI

Al di là degli eventi che passano, le Carte durano, ciascuna con la sua minuscola storia e vivono in quella che Borges chiama la nostra “quarta dimensione, la memoria”. E quando anche noi ce ne andremo, loro le Carte resteranno lì e non sapranno mai che non ci siamo più.

Maria Corti, Ombre dal Fondo

Siamo alla fine degli anni Sessanta: dalla passione e dalla lungimiranza di Maria Corti, docente dell’ateneo pavese, nasce l’idea di creare un Fondo Manoscritti di autori novecenteschi. Fu così che nel 1969, quello che fu il dono di alcuni taccuini del poeta Eugenio Montale insieme a varie redazioni autografe della novella La Madonna dei filosofi di Carlo Emilio Gadda e l’edizione postillata di Mio cugino Andrea di Romano Bilenchi divenne un’avventura conservativa e scientifica. Fogli sparsi, quadernetti, bloc-notes, epistolari, varianti: è questo il tesoro raccolto da Maria negli anni, nell’Università di Pavia, contro la burocrazia e l’incomprensione di tanti.
Oggi il Fondo Manoscritti dell’Università di Pavia può essere annoverato fra i più importanti archivi italiani deputati alla conservazione e allo studio del patrimonio archivistico e bibliografico moderno e contemporaneo. Il fondo fu ufficialmente riconosciuto con Atto Notarile nel 1973. Al Fondo fa capo, a partire dal 1980, il Centro per gli studi sulla tradizione manoscritta di autori moderni e contemporanei. Il 18 ottobre 2007 è stata costituita la Fondazione Maria Corti dando seguito alle volontà della studiosa.
Come da Statuto, la Fondazione promuove la ricerca, la tutela e la valorizzazione dei beni culturali e offre sostegno e supporto alle attività del Centro di ricerca.
Il Centro custodisce ricche raccolte di materiale documentario relativo agli scrittori degli ultimi due secoli ed oggi possiede manoscritti e dattiloscritti di più di duecento fondi di poeti e prosatori italiani, epistolari assai ricchi, importanti archivi di riviste e di case editrici, sceneggiature, disegni d’autore, fotografie ed altro materiale di documentazione.
I circa 8.300 volumi della biblioteca di Maria Corti, per 5.000 dei quali è disponibile la registrazione bibliografica sul catalogo collettivo in linea dell’Università di Pavia e per i rimanenti dei quali è disponibile la registrazione su schede cartacee, sono la risultante di donazioni progressive che documentano in modo organico gli sviluppi della poesia e narrativa contemporanea, in particolare italiana, sia dal punto di vista dei testi che della relativa saggistica. Molti esemplari sono posseduti in prime edizioni, rare e di pregio, ormai irreperibili sul mercato editoriale.
Maria Corti è stata una figura di rilievo della cultura italiana: docente accademico di forte presenza, teorico di semiotica letteraria e attiva in riviste letterarie di qualità e sui quotidiani nazionali. Originale e poliedrica, è stata capace di coniugare il rigore del metodo con la passione narrativa, la filologia con la filosofia, l’insegnamento con la progettazione culturale.
Nel 1997, con il suo libro Ombre dal Fondo, Maria Corti racconta le vicende del «Fondo manoscritti di autori moderni e contemporanei», nella sua doppia veste di narratrice e di studiosa, da un lato dispensa testimonianze e aneddoti su famosi scrittori, vedove votate alla gloria letteraria dei loro mariti, banchieri illuminati e tanti personaggi maggiori e minori, dall’altro descrive le carte così miracolosamente raccolte nel Fondo, ne racconta la storia, mostra il loro fascino filologico. Ma soprattutto evoca le ombre degli autori che da quelle carte si manifestano e fanno aleggiare il fantasma della letteratura.
Un memoir, diviso in cinque capitoli ciascuno con un sottotitolo metaforico dell’andamento all’interno di una composizione musicale: andante con motoallegro vivacerondòallegrettofuga finale, come a figurare la diversità di registro narrativo, ma governata dal tono unito della narrazione.

 



× Ciao!