A Casa di Lucia | “Memorie di Adriano” di Marguerite Yourcenar
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“Memorie di Adriano” di Marguerite Yourcenar

La vita è atroce, lo sappiamo. Ma proprio perché aspetto tanto poco dalla condizione umana, i periodi di felicità, i progressi parziali, gli sforzi di ripresa e continuità mi sembrano altrettanti prodigi che compensano quasi la massa immensa dei mali, degli insuccessi, dell’incuria e dell’errore. Sopravverranno le catastrofi e le rovine; trionferà il caos, ma di tanto in tanto verrà anche l’ordine. La pace s’instaurerà di nuovo tra le guerre; le parole umanità, libertà, giustizia ritroveranno qua e là il senso che noi abbiamo tentato d’infondervi. (…) vi saranno uomini che penseranno, lavoreranno e sentiranno come noi: oso contare su questi continuatori che seguiranno, a intervalli irregolari, lungo i secoli, su questa immortalità intermittente.
(tratto da “Memorie di Adriano”, di Marguerite Yourcenar)

Con queste parole chiudo una lettura per me non semplice. Un’umanizzazione a volte forzata e artificiosa, a volte stucchevole e tendente alla lacrimosità, di un personaggio tanto distante da noi nel tempo eppure tanto vicino nella sua eternità. Grande plauso per le ricerche e per lo stile, soprattutto considerando l’età in cui questo romanzo è stato scritto. Purtroppo non ho ritrovato l’immensità che mi era stata promessa da altri lettori, ma alla fin fine l’ho rivalutato nelle ultime parti. Quando a quell’elenco mai vissuto di luoghi visitati, solo visti, solo citati per nomi e luoghi comuni, quando a questo si sono sostituite le riflessioni dell’uomo sulla vita dopo averla vissuta, nel momento in cui gli sfugge tra le mani, solo allora ho percepito quell’universalità, quel concetto di Humanitas che permea la letteratura antica e che la rende così eterna. Le considerazioni sulla morte e di conseguenza sulla vita e sull’essenza dell’uomo e del suo essere nella storia, chiudono come un buon dolce un pasto le cui portate non mi hanno pienamente soddisfatto nel loro succedersi. Una pietra importante nel mio percorso di lettrice, perché mi ha fatto rendere conto davvero del mio cammino, di quanto io abbia appreso e interiorizzato e di come ogni brano, da che l’alfabeto è entrato nella mia vita, abbia contribuito a rendere la mia essenza ciò che è. Ho toccato con mano come io abbia vissuto anche attraverso quello che ho letto e come tutto ciò mi abbia formata come persona. Per tutto questo, pur nei suoi alti e bassi, questa lettura non la dimenticherò.



× Ciao!