11 Feb LA BERGAMO DI ARLECCHINO
Una delle attrazioni turistiche più importanti della Val Brembana è sicuramente la casa di Arlecchino. E’ un edificio quattrocentesco, situato nel piccolo borgo di Oneta, poco distante da San Giovanni Bianco. La tradizione locale vuole che qui nascesse Arlecchino, o meglio Alberto Ganassa, celebre maschera dal costume costituito da triangoli variopinti (rossi, verdi, gialli e azzurri). L’edificio era l’antica dimora della nobile famiglia Grataroli.
La casa risalta per le sue linee signorili caratterizzate dai portali a tutto sesto e le finestre gotiche che si aprono sulla facciata principale. L’ingresso, a cui si accede dalla piazzetta antistante salendo una robusta scala in pietra, presenta un affresco raffigurante un personaggio vestito di peli, con in mano un bastone a guardia dell’abitazione. Questa presenza inquietante è stata interpretata come l’originale della maschera di Arlecchino.
Il museo fa parte del Polo Culturale ‘Mercatorum e Priula – vie di migranti, artisti, dei Tasso e di Arlecchino.
Sulle origini di Arlecchino, figura contesa tra Bergamo, Mantova e Venezia non c’è un vero e proprio consenso. Tuttavia, nella seconda metà dell’Ottocento lo storico Ignazio Cantù avvalorò i natali bergamaschi nella sua opera “Bergamo e il suo territorio”.
La famosa maschera della Commedia dell’Arte prese vita sulle sponde del Brembo, dove si dice vivesse un bambino talmente povero (il futuro Arlecchino) che non poteva permettersi dei vestiti. La madre, allora, fu costretta a rattoppare il vestito fino a quando questo non divenne un abito multicolore.
A Villa d’Almè, alla rotatoria che fa porta d’ingresso per la Val Brembana c’è la statua dell’Arlecchino più grande del mondo: è alta cinque metri (1,60 di basamento e 3,40 per la figura), pesa 18 tonnellate ed è stata realizzata in marmo bianco di Carrara e arabescato orobico dallo scultore del Duomo di Milano Nicola Gagliardi. La celebre figura della maschera bergamasca accoglie ora i visitatori, mentre la frase che lo abbraccia ci tiene a precisare che quella è «terra di Arlecchino».
In Lombardia, dallo scorso 1° aprile, è ripartita la stagione dei treni storici.
La novità principale della stagione è rappresentata dalle nuove circolazioni da Milano a Brescia e Bergamo, città Capitali della Cultura 2023, e da Milano per Cremona e Mantova, dove rispettivamente il 30 aprile e il 21 maggio è partito per la prima volta l’elettrotreno (Etr) 252 Arlecchino, il mitico treno rapido che è stato tra i simboli del boom economico italiano degli anni Sessanta. L’inaugurazione ufficiale dell’Arlecchino, prodotto dalla Ernesto Breda, avvenne a Roma il 23 luglio 1960 per le Olimpiadi (i Giochi, tra gli altri, di Livio Berruti, medaglia d’oro sui 200 metri).
Arlecchino, inoltre, è il nome della Birra della Bergamasca che Birrificio OTUS ha dedicato a Bergamo Capitale della Cultura 2023.
Il Birrificio ha prodotto una birra in edizione speciale, conforme al disciplinare per la produzione e può fregiarsi del marchio Bergamo, Città dei Mille…Sapori, attribuito ai prodotti tipici locali.
In concomitanza l’agenzia Mete ha creato un’etichetta in cui il gufo del marchio Otus si trasmuta nella maschera di Arlecchino. La birra ha ricevuto un discreto successo per gli aromi e il gusto, ma anche per la simpatia del nome.
Quante belle sorprese ci riserva la maschera di Arlecchino! Per conoscerla di più segui il link e buona lettura https://www.acasadilucia.org/2024/02/09/conosciamo-arlecchino/
E per festeggiare il carnevale perché non realizzare la crostata Arlecchino, ispirata a questa maschera?
https://www.acasadilucia.org/2024/02/12/crostata-arlecchino/