07 Lug GIORNATA MONDIALE DEL CIOCCOLATO
Gli Spagnoli, al ritorno dal Nuovo Mondo, importarono in Europa il consumo di cacao e l’Italia fu il secondo Paese europeo (dopo la Spagna) ad utilizzarlo.
La data in cui si festeggia la Giornata mondiale del cioccolato, meglio conosciuto come “oro nero”, è stabilita al 7 luglio, che rimanda al giorno in cui nel 1847 il cioccolataio inglese Joseph Fry diede forma al cioccolato creando le tavolette.
Per risalire alle origini del cioccolato, però, dobbiamo prima dedicarci al cacao e alla sua storia, andando a ritroso fino all’epoca delle civiltà dei Maya (II millennio a.C.– XV sec. d.C) e degli Aztechi (XIV-XIV sec. d.C). Questi usavano le fave di cacao, chiamate “cacahuat”, per preparare una bevanda, il “xocolatl”, a cui veniva aggiunto peperoncino, anice, cannella, vaniglia e tanto altro per sovrastare il sapore amaro, e che a quei tempi era solita essere utilizzata come offerta agli dei per ringraziarli di nascite o eventi fortunati; oppure le fave venivano polverizzate e poste sui corpi dei giovani nei rituali della pubertà.
Gli Aztechi, le utilizzavano anche come moneta e merce di scambio. Cristoforo Colombo ne venne a conoscenza il 30 luglio del 1502, quando le fave di cacao gli furono offerte proprio in cambio di altra merce. Ma è solo dopo la prima metà del Cinquecento che viene importato nel Vecchio Continente, quando Hernán Cortés, il conquistatore del Messico, sconfisse l’Impero azteco sottomettendo gli indigeni alla Spagna.
Nel Seicento il cacao inizia a essere prodotto anche in Italia, soprattutto a Firenze e a Venezia, poi nell’800 arriva dalla Svizzera il cioccolato al latte, e negli anni Ottanta del Novecento in Francia si realizza la prima collezione di cioccolato fondente.
I processi di lavorazione delle fave di cacao prevedono che, una volta raccolte, vengano lasciate fermentare in canestri, in box di legno o sotto foglie di banano lontano dalla luce.
Le fave di cacao vengono poi essiccate al sole e controllate con attenzione. I semi di cacao vengono puliti e macinati grossolanamente con una macchina chiamata “rompi cacao”, che separa la buccia dai granelli di semi di cacao tramite setacci. I granelli di cacao raccolti vengono poi tostati, per consentire agli aromi del cacao di diffondersi.
Le fave di cacao lavorate, creano tre prodotti differenti:
-la pasta di cacao, che è il prodotto puro ottenuto dalla macinazione, decorticazione e tostatura delle fave di cacao senza zucchero né latte. Si realizza così una massa morbida e oleosa dall’aroma peculiare;
-il burro di cacao, che è la parte più grassa della pasta di cacao, viene estratto dalla macinazione delle fave di cacao utilizzando grandi presse, una volta purificato diviene chiaro e gustoso al palato;
-la polvere di cacao, che deriva da una macinazione aggiuntiva di ciò che resta del prodotto dopo l’estrazione del burro di cacao e che viene polverizzata. Quindi se dalla pasta di cacao estraiamo il burro, otteniamo la classica polvere di cacao amaro.
Il cioccolato per essere definito fondente deve contenere pasta di cacao in una percentuale non inferiore al 43% del peso complessivo, a cui si aggiungono burro di cacao e zucchero. Per il cioccolato extra fondente la percentuale si aggira tra il 75-85%.
Il cioccolato al latte è composto da cacao, in una percentuale compresa tra il 25% e il 30%, insieme a burro di cacao, zucchero e latte in polvere. Realizzato in Svizzera da Daniel Peter verso la fine del XIX secolo, oggi è il cioccolato più venduto, anche se con più grassi e zuccheri rispetto al tipo fondente.
Il cioccolato bianco è costituito da burro di cacao, latte, zucchero e vaniglia. È un prodotto grasso e dolce, non adatto a chi soffre di diabete.
Il cioccolato gianduia, invece, è stato realizzato in Piemonte per la prima volta nel 1865 a Torino da Caffarel, con pasta di cacao, polvere di nocciole Gentili delle Langhe e zucchero.
Il cioccolato rosa, introdotto dall’azienda produttrice Barry Callebaut nel 2017 con il nome di Ruby cocoa, è un prodotto naturale, non contiene né aromi artificiali né coloranti, il suo colore dipende da quello del chicco da cui viene estratto. Non è amaro come il fondente e neanche troppo dolce come il cioccolato bianco, il suo sapore è quello del cacao con note quasi acidule, che richiamano alla mente i frutti di bosco.
Insomma, direi che ce n’è per tutti i gusti! E mi sa che festeggerò questa prelibatezza mangiandone un po’ anch’io!
Per gli amanti del cioccolato rimandiamo ad una prelibatezza da (ri)scoprire: il cioccolato dei monaci trappisti. Cliccate sul link sotto:
https://www.acasadilucia.org/2024/08/09/le-bonta-dei-monaci-trappisti/