11 Ott DIARIO DEL MIO VIAGGIO NELLA STORIA D’EGITTO
“Tutti hanno paura del tempo. Il tempo ha paura delle piramidi” ha detto Mohammed, la mia guida egiziana, mentre ci dirigevamo verso le piramidi.
È un proverbio arabo di cui si comprende il profondo significato una volta di fronte alla Piramide di Cheope, la più antica delle sette meraviglie del mondo antico.
Del faraone Cheope, vissuto 4500 anni fa, resta avvolta nel mistero persino la sepoltura. Nella Grande Piramide sono state trovate diverse stanze, alcune delle quali totalmente vuote. All’interno del monumento è altresì presente una stanza priva di fregi, all’interno della quale si trova un sarcofago in pietra, vuoto: ecco perché gli egittologi sostengono come, ad oggi, la tomba potrebbe essere ancora celata, in attesa di essere scoperta dopo più di 4500 anni.
Un solido formato da quattro triangoli, una vetta che punge il cielo e un universo di fascino e di mistero. La forma piramidale, che richiama una scala che si innalza verso il cielo, simboleggiava l’ascensione del faraone verso il mondo degli dei. La visita, a tratti claustrofobica, è un’esperienza unica.
Accanto a quella di Cheope, si ergono altre due piramidi. La Piramide di Chefren è la seconda più grande d’Egitto e, attualmente, è l’unica che conserva sulla sommità una parte della copertura in calcare bianco di Tura, che originariamente ricopriva l’intera struttura.
La Piramide di Micerino è la più piccola delle tre, ma non per questo la meno interessante. Raggiunge un’altezza di 66 metri e il lato della sua base quadrata misura circa 100 metri.
Non tutti sanno però che alle spalle della piramide di Cheope, sorgono altre tre piccoli piramidi. Una dedicata alla madre di Cheope, la regina Hetepheres, e due alle sorellastre di Cheope.
A guardia di tutte si erge la Grande Sfinge, la maestosa statua con corpo di leone e testa umana. Un monumento imponente avvolto ancora oggi nel mistero.
Ma è a Saqqara che troviamo la prima piramide della storia.
È la Piramide a gradoni di Djoser, che consiste di sei mastabe di dimensioni decrescenti costruite una sull’altra. Arrivati alla città di Menfi, che era la capitale dell’Egitto antico, si può visitare la statua di Ramses II, al coperto, realizzata in calcare tenero e senza gambe, e la sfinge realizzata di alabastro.
Al Cairo, invece, è obbligatoria la visita al Museo Egizio. Proprio qui, un reliquiario di inimmaginabile bellezza e significato storico riposa in una vetrata: la maschera funeraria d’oro di Tutankhamon. Fu scoperta dall’egittologo britannico Howard Carter nel 1922 nella tomba KV62 .
La maschera, realizzata in oro massiccio, rappresenta il giovane faraone in una posa regale e pacifica.
Il museo egizio è situato nel cuore del Cairo ed è uno dei musei più antichi e famosi dell’Egitto. Ospita una vasta collezione di reperti e oggetti d’arte che risalgono a migliaia di anni fa, tra cui le meraviglie del tesoro di Tutankhamon, statue di faraoni, sarcofagi, e le mummie.
Di alcune di esse si vedono i capelli, i lineamenti del volto, i piedi e le mani. Un’esperienza davvero unica e a tratti impressionante.
È stato un viaggio indimenticabile tra leggende e misteri!
Sono ritornata enormemente arricchita ma anche con la consapevolezza che un solo viaggio non basti.
L’Egitto è un pozzo millenario di storia da cui ho ancora tanto da attingere.