A Casa di Lucia | GIANNI RODARI
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GIANNI RODARI

“La fantasia fa parte di noi come la ragione: guardare dentro la fantasia è un modo come un altro per guardare dentro noi stessi”.

Gianni Rodari (nato ad Omegna il 23 ottobre 1920 – morto a Roma il 14 aprile 1980) è stato uno scrittore, pedagogista, giornalista e poeta italiano. È l’unico scrittore italiano ad aver vinto il Premio Hans Christian Andersen (1970).

Il padre, Giuseppe Rodari, era un fornaio che possedeva il negozio nella via principale di Omegna, ed era sposato in seconde nozze con Maddalena Aricocchi, commessa nella bottega paterna. Poiché i genitori erano spesso impegnati al lavoro, trascorse la sua infanzia con una balia di Pettenasco. Ad Omegna frequentò le prime quattro classi elementari, ma poi, in seguito alla morte del padre, all’età di nove anni si trasferì a Gavirate (VA), paese natale della madre, insieme con il fratello Cesare. 

La madre, dopo aver ceduto l’attività del marito al fratellastro di Gianni, Mario, fece entrare il figlio nel seminario cattolico di San Pietro Martire di Seveso (MI), ma rendendosi conto che non era il suo percorso, lo iscrisse alle magistrali.

Nel 1937 Rodari si diplomò come maestro presso Gavirate. Nel 1938 fece il precettore a Sesto Calende. Nel 1939 si iscrisse alla facoltà di lingue dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, lasciandola dopo poco. 

Esonerato dal servizio militare, vinse il concorso per maestro e insegnò come supplente a Uboldo. Lavorò poi sempre come maestro a Brusimpiano, Ranco e Cardana di Besozzo, insegnando che la scuola era divertente perché c’erano i bambini con la loro originalità.

Dopo il 25 aprile 1945, iniziò la carriera giornalistica in Lombardia e utilizzò anche lo pseudonimo di Francesco Aricocchi. Nel 1947 approdò all’Unità di Milano, occupandosi della rubrica “La domenica dei piccoli.

Nel 1951, la pubblicazione del suo primo libro pedagogicoIl manuale del Pioniere” provocò forti reazioni da parte della stampa cattolica. Il 25 aprile 1953 sposò Maria Teresa Ferretti, segretaria del Gruppo Parlamentare del Fronte Democratico Popolare, e nel 1957 ebbero una figlia, Paola

Dal 1954, per una quindicina d’anni, collaborò anche a numerose altre pubblicazioni: scrisse articoli su quotidiani e periodici e curò libri e rubriche per ragazzi. Tuttavia, entrò nell’Albo dei giornalisti solo nel 1957. Dal 1º dicembre 1958 passò a “Paese Sera” come inviato speciale e nello stesso periodo iniziò a collaborare con Rai e BBC come autore del programma televisivo per l’infanzia “Giocagiò”. 

Gianni Rodari collaborò inoltre tra il 1967 e il 1968 con articoli, poesie e filastrocche alla rivista “Pioniere Noi Donne”.

Dopo la morte di Ada Gobetti divenne direttore del “Giornale dei genitori fino al 1977. Nel 1970 vinse il Premio Hans Christian Andersen.

Nel 1973 pubblicò “Grammatica della fantasia”, saggio indirizzato a insegnanti, genitori e animatori. 

Nel 1976, insieme alla partigiana e giornalista Marisa Musu, fondò l’associazione di promozione sociale denominata “Coordinamento Genitori Democratici, una ONLUS impegnata ad insegnare e praticare i valori di una scuola antifascista, laica e democratica.

Morì il 14 aprile 1980, per shock cardiogeno.

Gianni Rodari, scrittore e giornalista fantasioso e originale, ha contribuito ad arricchire la letteratura per ragazzi. Tra le sue opere maggiori si ricordano: “Filastrocche in cielo e in terra”, “Il libro degli errori”, “Favole al telefono”, “Il gioco dei quattro cantoni”, “C’era due volte il barone Lamberto”.

Dal libro “La Freccia Azzurra” è stato tratto l’omonimo film d’animazione nel 1996. “Cipollino” (1961) è stato tratto dalle sue opere e realizzato come cartone animato.

Il “Parco Rodari” più importante si trova ad Omegna, suo paese natale, mentre a Roma gli è stata intitolata la biblioteca comunale del Municipio Roma VII a Tor Tre Teste.

La “Grammatica della fantasia” è, come dice il sottotitolo, un’”introduzione all’arte di inventare storie“. È l’unico volume dello scrittore dal contenuto teorico. Quest’opera nasce a seguito della trascrizione dei suoi appunti ad opera di un suo stagista e si sviluppa in 45 capitoli.

Secondo Rodari, un bambino troverà la forza e il coraggio di lottare per costruire un mondo migliore solo se sarà capace di immaginare cose che non esistono; il compito dell’adulto è quello di stimolare la sua fantasia, fornendogli gli strumenti adatti affinché la creatività emerga. Era lui per primo un maestro della fantasia e promotore di metodologie didattiche fondate sul gioco e l’inventiva. Diceva:

“Occorre una grande fantasia, una forte immaginazione per essere un grande scienziato, per immaginare cose che non esistono ancora, per immaginare un mondo migliore di quello in cui viviamo e mettersi a lavorare per costruirlo …”

Il suo obiettivo primario era quindi “creare l’uomo, partendo dal bambino, bisogna fare di ognuno una individualità, un intellettuale libero, critico. A partire dall’infanzia.” 

La sua eredità continua a permeare la scuola, avendo plasmato i bambini di un tempo divenuti a loro volta insegnanti oggi, ma mai dimentichi dell’importanza del gioco e della fantasia nella crescita di un bambino così come nella vita stessa di un adulto. E sfido chiunque di noi a non ricordare qualche sua storia o filastrocca, piccolo seme piantato nella nostra infanzia per renderci migliori, come i bambini, tra pulcini che gridano alla pace e perdigiorno che criticano a suon di rime una realtà non all’altezza.

 

Parlando di Rodari e del suo impegno per una nuova didattica, viene spontanea una riflessione sul ruolo dell’insegnante nella nostra società:

https://www.acasadilucia.org/2024/10/06/linsegnante-e-la-sua-missione-nella-societa/



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