A Casa di Lucia | MAROCCO IN 5: Donne in Viaggio
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MAROCCO IN 5: Donne in Viaggio

Andare in Marocco la prima volta è una sorpresa fatta di colori, profumi forti e meravigliosi, di rumori, di grida, di storia e di inaspettato.

Tornarci è, se possibile, ancora più sorprendente, soprattutto se lo fai con una manciata di amiche che non hanno mai viaggiato insieme, ma che condividono lo stesso entusiasmo e la stessa fame di esperienze.

Allora il viaggio inizia ancora prima di decollare e si riempie, momento dopo momento, come un grande barattolo, che al rientro verrà chiuso per custodire ricordi, ma che, di tanto in tanto, sarà riaperto e allora l’aria si riempirà di profumi, rumore di risate, e di immagini, contrattempi, sorprese. Così, mentre l’aereo decolla per riportarci a casa, immagino di aprire il mio barattolo e questo é ciò che vi trovo dentro, stipato stretto stretto: quattro piccoli trolley e un borsone, qualche guida, tre macchine fotografiche pronte a catturare pezzi di vite. Un numero imprecisato di tajine e un altrettanto imprecisato numero di piatti indimenticabili. Un corso di cucina marocchina da organizzare. Molti chilometri, una guida severa: parola d’ordine “please”. Buffa e inarrestabile perché “chi va piano va sano e va lontano” ma chi corre va dappertutto. Una conceria colorata e mille giubbotti…discutibili. Tanti passi, centinaia di gradini, qualche terrazzo che ti apre le porte segrete della città. Una biblioteca trovata per caso, il suo custode, un ingresso inaccessibile aperto per noi. O così ci piace pensare. Asini stanchi. O instancabili. Teste di capretti usate come armi, pesci in faccia perché a volte i detti sono più che parole. Romani in Africa, tra fiori di campo, a ricordarci che i confini si muovono sempre. Dirham che diventano riad o dollari americani o euro, perché maneggiare e nominare valute ci viene bene. Un bel po’. Lingue che si accavallano e allora bastano un po’ di inglese, qualche parola in francese, lo spagnolo che ci sta sempre bene, una spruzzata di tedesco. Che poi forse bastava il latino. Così, per accordarsi con Abduh, il nostro affidabile tassista che “we know…enough”, basta dire “ti faccio uno squillo, drin drin”. “Would you acheter acqua? Bueno”. E il gioco è fatto.

E così, tra suk e madrase, telecamere nascoste e messaggi cifrati, tra cous cous e datteri (speriamo bene), attacchi di panico, trattative sul prezzo e una goccia di olio d’argan, guardo il Marocco allontanarsi pian piano. Il barattolo fatica a richiudersi. Chi non viaggia non sa quanto si può riempire in tre giorni. Non sa che il tempo si dilata mentre le amicizie si stringono. Io vi lascio la mia ricetta segreta per un perfetto Marocco per 5.

Prendete un’esperta organizzatrice di viaggi, il cui entusiasmo non si inceppa mai.

Aggiungete una fornitrice di medicine che ha capito che non esiste farmaco migliore che fare una valigia e partire.

Mescolate con una donna dolce e curiosa che trova fiori in ogni angolo e ti fa venire voglia di cercarli con lei.

Completate con un’amica di sempre, che è un privilegio avere ancora con te, entusiasta e intelligente più di vent’anni fa.

Molte donne. Un’amicasorella, una contrattatrice raffinata, una pratica, una curiosa, una precisa, tutte un po’ folli. Tutte fragili e per questo fortissime. Molte. E solo cinque. Ah. Poi ci sono io. Ubriaca di cose belle. Grata fino alla commozione. Anche un po’ orgogliosa di me. Con il mio barattolo pieno. E accanto uno vuoto, già pronto per un nuovo sogno.

…Il viaggio continua. E noi siamo già pronte per le prossime mete.

Continuate il viaggio in Marocco attraverso i suoi sapori con l’articolo al link sotto:

https://www.acasadilucia.org/2024/10/18/marrakech-tra-spezie-e-piatti-antichi/



× Ciao!