
28 Gen LA POLTRONA N.30 di Ellery Queen
Partiamo da un fatto accertato: Ellery Queen non esiste.
È il protagonista di molti romanzi gialli, ne ha scritti altrettanti ma, in realtà, non esiste.
Come mai?
È presto detto.
Ellery Queen è lo pseudonimo e nome anche di uno dei due personaggi principali del romanzo, creato da due cugini, Frederic Dannay e Manfred Bennington Lee, già scrittori e sceneggiatori, che lo usarono per partecipare al concorso per la migliore opera prima poliziesca indetto da una rivista e vinsero.
Prima della pubblicazione, però, la testata giornalistica venne ceduta a un altro proprietario che preferì pubblicare il romanzo di un concorrente. I due non si persero d’animo e spedirono la loro opera a svariati altri editori. Uno di questi, Frederick A. Stokes, decise di pubblicare “La poltrona n° 30” (che ebbe un grande successo) e i due protagonisti, Richard ed Ellery Queen, diventarono così famosi che gli autori decisero di fondare la rivista “Ellery Queen mistery magazine” (in Italia pubblicata dapprima col nome “I gialli di Ellery Queen” edita da Garzanti e in seguito “La rivista di Ellery Queen” edita da Mondadori), che fu considerata a lungo la miglior pubblicazione poliziesca in lingua inglese.
Il successo dei polizieschi di Ellery Queen si prolungò dal 1929 al 1972 con circa quaranta romanzi pubblicati e serie TV tratte da essi.
Ma scopriamo chi è Ellery Queen.
In questi romanzi ritroviamo la fortunata formula dei due personaggi di caratteri assai diversi che lavorano insieme nelle indagini su casi criminosi, ma in questo caso i due sono padre e figlio.
Richard Queen è il padre, anziano ispettore capo della polizia di New York, rispettato da colleghi e superiori e spina del fianco per qualsiasi criminale venga in contatto con lui, perché l’ispettore Queen la spunta sempre. Camaleontico, riesce a passare dall’apparenza di “poliziotto burbero” a quello di “vecchio amorevole” a quello di ringhiante accusatore in un secondo a richiesta delle circostanze. Intelligente, pragmatico, ostinato, non si arrende fino a che non ha ottenuto il risultato che cerca. Amante del tabacco da fiuto, ha sempre in tasca una delle tante tabacchiere antiche che colleziona, riempita a dovere.
Ellery Queen, figlio, è un appassionato bibliografo e scrittore di romanzi gialli: ha scritto anche quello di cui ci occupiamo oggi, infatti. Ellery, di solito, aiuta il padre nelle indagini ma, mentre l’ispettore, indaga, interroga e perquisisce, lui sembra sempre svagato, interessato a qualcosa che si trova sulla scena del delitto o in una casa sospetta che in apparenza col delitto non c’entra niente, immerso nelle sue riflessioni magari sul libro antico che vuole acquistare. Al momento giusto, però, è una sua domanda pacata o un suo suggerimento buttato lì a lanciare “la sfida al lettore”: chi riuscirà per primo a scoprire l’assassino?
“La poltrona n° 30 di Ellery Queen”
Broadway, anni ’20, al Roman Theatre va in scena il dramma a tinte forti “Gunplay”. Il teatro è tutto esaurito tranne che per alcune poltrone in fila inspiegabilmente vuote, tanto più perché i biglietti loro relativi sono stati venduti. Proprio nella poltrona centrale tra quelle vuote, all’inizio del secondo atto un uomo si accascia morente, apparentemente avvelenato. Si profila una situazione complicatissima per l’ispettore Queen che in quella confusione deve far sì che non fugga nessuno, che nessuna possibile prova sia occultata e, soprattutto, deve trovare l’assassino o gli assassini.
Per avere un aiuto Queen manda a chiamare suo figlio Ellery che da appassionato bibliofilo si trova in quel momento in una libreria alle prese con il tentativo di comprare a buon prezzo un libro antico.
La vittima è un avvocato dalla pessima fama di malfattore più che di uomo al servizio della legge. Tra interrogatori, svenimenti, perquisizioni alle persone e nel teatro, i due quesiti principali sembrano non trovare risposta: perché le poltrone vicine a quella della vittima, nonostante i biglietti corrispondenti siano stati venduti, sono rimaste vuote? Perché il cappello a cilindro della vittima è scomparso?
Quando poi si scopre di che sostanza è composto il veleno che ha ucciso l’avvocato, il caso si complica ancora di più.
Arrendersi non è nella natura di Richard Queen, la sua testardaggine e un suggerimento apparentemente fuori luogo di Ellery porteranno alla soluzione dell’intricatissimo caso.
Buona lettura!