
25 Feb IL GIOCO DELLE MASCHERE
Continuiamo il nostro percorso dentro il genere “giallo” e per rimanere nello spirito carnevalesco del mese di febbraio abbiamo scelto un thriller ambientato proprio durante il carnevale, nello specifico il Bacanàl di Verona, uno dei più antichi carnevali d’Italia.
Autore del romanzo, nato nella provincia veronese nel 1976, appassionato di musica, cinema e fumetti, Daniele Furia fin da bambino ha avuto un rapporto ambivalente con il Bacanàl. Se da un lato erano giorni di festa da scuola, si mangiavano i famosi “gnocchi del Bacanàl” e lui stesso poteva indossare una mascherina, dall’altro le strade sempre piene di gente e la totale confusione gli apparivano quasi come una sorta di follia collettiva che lo inquietava e proprio da questo aspetto ambiguo si è lasciato ispirare per il suo romanzo, in cui antichi rituali e tradizioni fanno da scenario a delitti i cui moventi hanno poco o niente a che fare col Bacanàl, ma trovano in esso appigli per attrarre maggiormente l’attenzione sulla storia che li ha generati.
In questo thriller la figura quieta e intuitiva dell’investigatore o dell’ispettore come l’abbiamo conosciuta fino ad ora lascia spazio a Miriam Sannino, ispettrice di polizia dal carattere spigoloso, che si getta nell’azione senza riflettere troppo, insofferente com’è ai compromessi. Miriam ha alle spalle un’infanzia difficile e si porta dentro la ferita delle azioni di suo padre, poliziotto “traditore” della divisa scomparso venti anni prima in un incidente d’auto per lo meno sospetto. L’ispettrice, tuttavia, tiene le malinconie ben nascoste nel suo privato, mentre sul lavoro il suo unico obiettivo è lavorare con determinazione.
“Il gioco delle maschere” di Daniele Furia
Come ogni anno in febbraio a Verona impazza il Bacanàl del gnoco. In città ogni quartiere ha la propria maschera di riferimento che prende il nome da una via, da una particolare costruzione o da un lavoro artigianale che vi si svolgeva, e le attività di ogni quartiere convergono poi nella sfilata finale il “Venerdì del gnocolar” durante il quale si elegge il “Papà del gnoco”.
In questo scenario di frenesia cittadina viene scoperto il cadavere di un medico strangolato, il cui corpo viene vestito in modo bizzarro e fissato in una strana postura.
Il caso viene affidato all’ispettrice Miriam Mannino, capo di una squadra i cui componenti la stimano e la supportano senza prestare orecchio a chi la vuole “figlia del traditore”, riferendosi alle controverse vicende vissute dal padre venti anni prima.
Non passano molte ore dal ritrovamento che un altro cadavere viene rinvenuto in una zona completamente diversa di Verona, ma anche questo ha addosso vestiti che sembrano richiamare un costume carnevalesco e, pur se le due persone sembrano non avere nessun legame, per Miriam Mannino è chiaro che si tratta di omicidi eseguiti dalla stessa mano. Chi è che sta usando il Bacanàl come sfondo per gli omicidi e perché? A cosa si riferiscono i costumi dei due assassinati?
Il numero degli omicidi aumenta, alla stazione di polizia c’è parecchia agitazione in vista della sfilata dell’ultimo giorno di carnevale, il “Venerdì del gnocolar”, mentre giornalisti senza scrupoli alimentano illazioni e pettegolezzi sui giornali locali e on line.
Sembra che la follia del Bacanàl abbia intriso di sé ogni situazione e intanto Miriam caparbiamente, torna decine di volte a studiare indizi e collegamenti che, inaspettatamente, la porteranno a fare i conti con quel passato che aveva cercato di dimenticare e che per altri, invece, appare come una vera ossessione.
Buona lettura!