A Casa di Lucia | IL CARNEVALE DI VENEZIA
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IL CARNEVALE DI VENEZIA

La parola Carnevale affonda le sue radici nel latino carne(m) levare, alludendo ai giorni che precedono la Quaresima, periodo di digiuno nella religione cristiana.

Questa festa trae origine dai Saturnali della Roma antica o dalle feste dionisiache del periodo classico greco.

Era un’occasione per lasciarsi andare, per essere leggeri, per scherzare, e non c’erano divisioni tra ricchi e poveri dietro la propria maschera, per cui si tralasciavano le differenze sociali per un lasso di tempo.

Infatti il saluto che si faceva incontrando un nuovo “personaggio” era semplicemente: “Buongiorno, signora maschera!”

Si festeggiava la fecondità della terra dopo il riposo dalla stagione invernale.

Altri ipotizzano che l’origine della ricorrenza si leghi al carrus navalis, ossia il carro della dea Iside, portata in processione come patrona dei navigatori su un battello a ruote, tra le danze e i canti della popolazione. (Alinei M., “Carnevale”, dal carro navale di Iside a Maria Stella Maris, in Quaderni di semantica, Vol. 34., n. 1, 2013, pag. 9-37).

Il culto isiaco riguardava le città fluviali e marittime e i carri venivano trasportati in mari o fiumi per festeggiare la dea e la nuova stagione di navigazione.

I Carnevali più conosciuti sono infatti proprio quelli che si festeggiano in città marittime come Viareggio, Venezia e Rio de Janeiro, o su grandi fiumi, come Colonia e Basilea sul Reno, e Roma sul Tevere.

Per la gioiosità della festa sarebbe facile associare alla ricorrenza Il proverbio latino «semel in anno licet insanire»  (una volta l’anno è lecito impazzire).

Quello che a me personalmente ha incantato maggiormente è quello di Venezia per la grazia delle maschere, la bellezza dei costumi e la classe con cui sfilano.

Sembra di perdersi nel tempo in un’atmosfera ovattata e raffinata.

Secondo alcune fonti nel 1094, in un documento del Doge Vitale Falier, si è parlato per la prima volta del Carnevale come momento di distrazione dal rigore.

Al pari di quanto succedeva nell’antica Roma, le oligarchie veneziane volevano concedere alla gente un periodo in cui poter far festa.

Era un intervallo in cui non c’erano differenze sociali visibili, le tensioni trovavano libero sfogo tralasciando per un po’ rigore, morale e ordine pubblico.

Viene riconosciuto come festa pubblica con un editto nel 1296 dal Senato della Repubblica.

All’epoca la durata dei festeggiamenti erano sei settimane, dal 26 dicembre al Mercoledì delle Ceneri.

A Venezia ci sono riscontri della prima produzione di maschere dal 1271.

Argilla, cartapesta, gesso e garza furono lavorati con appositi strumenti per realizzare le maschere, che venivano impreziosite con disegni, ricami, perline, piume.

L’attività del mascarero (ovvero l’artigiano incaricato di realizzare le maschere) fu riconosciuta con uno statuto del 10 aprile 1436.

Una delle maschere più celebri è la Baùta, costituita da una maschera bianca (meglio conosciuta come larva) sotto un tricorno nero e da un mantello scuro, il tabarro.

È una maschera che si adoperava anche quando qualcuno voleva corteggiare in anonimato.

La Gnaga prevede indumenti femminili con una maschera da gatta e un gattino all’interno di una cesta, di solito portata al braccio. Il suo personaggio rappresenta la popolana.

La Moretta viene realizzata con una maschera di velluto scuro con un cappellino e velature eleganti. La Moretta è sempre stata conosciuta come maschera muta, poiché la maschera si teneva sul volto avendo in bocca un bottone interno.

Nel Carnevale antico si potevano ammirare giocolieri, acrobati, musicisti, danzatori spettacoli vari che intrattenevano le persone. I venditori ambulanti vendevano dalla frutta di stagione ai tessuti e alle spezie.

Nel XVIII il Carnevale di Venezia diventò celebre in tutta Europa e si iniziaroni ad ascoltare le avventure di Giacomo Casanova, scrittore veneziano di cui ci si ricorda maggiormente per la sua nomea di seduttore e per la sua vita senza regole e in parte scandalosa.

Il Carnevale diede l’input per la realizzazione di spettacoli mascherati che si tennero nei teatri delle città. Spesso venivano finanziati dalle famiglie nobili.

Molti autori teatrali talentuosi si palesarono.

La commedia dell’arte nacque proprio a Venezia e risale al 1750, quando il drammaturgo e librettista Carlo Goldoni la introdusse all’interno della sua commedia Il teatro comico.

«Qui la moglie e là il marito

Ognuno va dove gli par

Ognun corre a qualche invito,

chi a giocar chi a ballar»

(Carlo Goldoni)

Le maschere di Carnevale diedero la possibilità alle persone di nascondere la propria identità, ma alcuni utilizzarono i travestimenti per dei loschi affari.

Specie di notte, era più facile commettere reati di varia natura, come scippi e molestie, senza la minima possibilità di essere riconosciuti. Già a partire dal 22 febbraio 1339 si decreta quindi il divieto notturno di circolare in maschera per la città.

Con un apposito decreto del 24 gennaio 1458 si proibisce l’ingresso in maschera nei luoghi sacri, al fine di evitare che fossero compiute multas inhonestates per atti indecenti contro le religiose.

Furono emessi divieti anche contro le meretrici.

Ci fu il divieto della prostituzione in maschera oltre ad una multa salata, erano bandite per quattro anni dal territorio della Repubblica, dopo essere state sottoposte, lungo il tragitto da Piazza San Marco a Rialto alle frustate e derisioni. 

Anche i giocatori d’azzardo approfittavano delle maschere per sfuggire ai creditori.

Nel 1703 fu proibito di recarsi in maschera presso questi luoghi.

Nel 1776 fu addirittura stabilito che le donne sposate non potevano recarsi a teatro senza maschera, per tutelarne l’onorabilità. 

Il Carnevale di oggi, di solito, si ispira ad un tema di fondo e le giornate più festeggiate sono il martedì grasso e il giovedì grasso.

Tra gli eventi di carattere internazionale, dal 1994 si svolge Il Ballo del Doge, che si svolge nel Palazzo Pisani Moretta del XV secolo. 

Da ricordare c’è anche la festa delle Marie e il volo dell’angelo.

Prima del Carnevale si selezionano le dodici Marie che devono sfilare al corteo. Il primo sabato di Carnevale sfilano dalla chiesa di San Pietro di Castello fino a Piazza San Marco con al seguito sbandieratori, musicisti e damigelle. A fine Carnevale in Piazza San Marco viene proclamata la più bella che riceve un premio e la festa si conclude.

A mezzogiorno della prima domenica di festa si tiene il volo dell’angelo o della Colombina, come evento di apertura del Carnevale.

Fino al 2000, una colomba meccanica volava verso il palazzo ducale e a metà percorso cadevano coriandoli sulla piazza.

In seguito un artista reale, legato ad un cavo metallico, effettua la sua unica discesa dalla cella campanaria del campanile scorrendo lentamente verso terra, sospeso nel vuoto.

Oggi nel 300° anniversario dalla sua nascita, il Carnevale di Venezia dal 14 febbraio al 4 marzo 2025 si svolgerà con tematica di fondo: “Il tempo di Casanova”.

Il programma prevede sfilata di mascherine e di carri allegorici a Dese, Rialto, Campalto e Burano, lo spettacolo teatrale “La moglie saggia” al teatro Goldoni, “Il Rigoletto” al teatro La Fenice, il corteo acqueo del Carnevale, il Carnevale street show, “Il barbiere di Siviglia” al teatro La Fenice, “Buffoni all’Inferno” al teatro Goldoni e tanto altro ancora .

Per scoprirlo bisogna solo preparare la valigia e partire all’insegna del divertimento puro!



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