A Casa di Lucia | INTERVISTA A CAPPUCCETTO ROSSO
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INTERVISTA A CAPPUCCETTO ROSSO

Buongiorno!

Oggi vi propongo quest’intervista fatta tempo fa a Cappuccetto Rosso per il giornale “Favole oggi”, un mensile che si occupava di studiare il mondo fantastico dal carattere dei personaggi, al territorio, all’analisi degli incantesimi. 

Da qualche tempo circolavano voci che il Mondofiaba (o Quarto Regno come viene chiamato dagli esperti) non fosse solo quello raccontato nei libri e si diceva che Cappuccetto Rosso ne fosse bene informata. Il direttore mi assegnò il compito di intervistarla. Ma come mettermi in contatto con lei? Pensai e ripensai al da farsi fino a che decisi per l’unica azione possibile, anche se non mi aspettavo nulla. Mi accomodai sul divano, aprii un mio vecchio libro di fiabe con la bambina in copertina, chiusi gli occhi  e con la mente la chiamai, certa che non sarebbe successo niente.

Invece lei saltò fuori come stesse aspettando il mio richiamo, ma al posto della bimba bionda con mantellina e cappuccio rossi mi si presentò una ventenne in jeans sdruciti, camicia a quadrettoni e zaino.

Inutile dire che rimasi senza parole, ma respirai e mi adattai alla situazione. Il direttore voleva un’intervista a Cappuccetto Rosso? A quanto pareva, l’avrebbe avuta.

“Tu sei Silva, vero?” Mi apostrofò subito, buttando lo zaino sul divano e sedendosi a sua volta.

“E tu come fai a saperlo?”

“Ti ho riconosciuta. Ti ricordo bambina, quando leggevi proprio il libro di fiabe che hai in mano adesso.”

“E tu devi essere Cappuccetto Rosso – dissi, sorridendo – anche se non vedo il cappuccio e mi sembri un po’ cresciuta.”

“Il cappuccio rosso lo metto solo quando qualcuno legge la fiaba e, in quanto al crescere, mica penserai che quando voi chiudete il libro tutto resta immobile come l’avete lasciato?.”

“Che vuoi dire?”

“Bè, nel Mondofiaba la vita va avanti, ogni personaggio ha la sua.”

“E come mai hai solo vent’anni? Non dovresti essere molto più… ehmm, vecchia?”

“Capisco i tuoi dubbi” – rise – “noi del Mondofiaba viviamo sotto incantesimo. Ogni volta che qualcuno legge una fiaba abbiamo l’età che ci ha dato chi l’ha scritta e per invecchiare ci mettiamo secoli, a volte millenni. In realtà non invecchiamo mai.”

“È una questione di magia?”

“Certo. E di che, sennò?”

“Bene Cappuccetto, parliamo un po’ di te. Non eri una bambina molto ubbidiente da quel che risulta nella fiaba. Che puoi dirmi in proposito?”

“Volevo portare dei fiori alla nonna per rallegrarla un po’, ma non ce n’erano sul sentiero e sono dovuta entrare nel bosco.”

“La mamma si era raccomandata di non farlo, però.”

“Le mamme lo fanno sempre e dicono di seguire il sentiero già battuto, ma le cose che ci piacciono, quelle che vogliamo, non vi si trovano quasi mai. Bisogna cercare altrove per averle.”

“Vuoi dire che è scontato se non addirittura necessario disubbidire?”

“In un certo senso, sì. Pensa se io non l’avessi fatto. Avrei portato il cibo alla nonna e fine della storia, anzi, non sarebbe nemmeno nata una storia. Pensa al cacciatore che disubbidì alla regina cattiva. Se non l’avesse fatto, Biancaneve sarebbe morta e tutto finiva lì.”

“A proposito di Biancaneve, che puoi dirmi di lei?”

“Lei è una “giusta”.”

Lo dici facendo il segno delle virgolette con le dita. Che significa?”

“Che lei ha seguito alla perfezione il finale della fiaba. Ha sposato il principe, ha avuto un sacco di bambini e tutti vivono felici e contenti. Ogni tanto va a trovare i sette nani, gli rassetta casa… lei è così, come ti aspetti che sia.”

“Non è una disubbidiente, insomma.”

“Proprio no.”

“Parlami della Bella addormentata. Se la conosci, ovviamente.”

“E chi non conosce Rosa! È un tornado. Inarrestabile.”

“Davvero?”

“Davvero. Dopo aver dormito per cento anni, al risveglio era, come dire, un po’ irrequieta. Sposò il principe ma dopo sei mesi si separarono.”

“Per quale motivo?”

“Dovresti chiederlo ai ladroni, ad Alì Babà e pure a qualche nano…”

“Vuoi dire i quaranta ladroni?”

“Proprio loro. Il povero principe, per la disperazione, si è imbarcato sulla nave di Sinbad il marinaio. Gira il mondo per dimenticare, meschino.”

“E Cenerentola? Che puoi dirmi di lei?”

“Renza è una tosta.”

“Renza?”

“Sì, la chiamiamo così: Cenerentola non le si addice al di fuori della fiaba. Poco dopo essersi sposata, ha avuto l’idea di metter su una fabbrica di scarpette di cristallo.”

“È un’imprenditrice?”

“E delle migliori! Dopo che si è diffusa la sua storia, un sacco di ragazze del Mondofiaba sognavano un finale come il suo e lei ha pensato “perché no?”. Ha cercato una fata che le facesse apparire gli attrezzi e ha attirato con un bando decine di gnomi mastri ciabattini disposti a lavorare il cristallo che arriva dalle miniere dove lo estraggono i nani. Ogni volta che un principe dà un ballo, il mattino dopo si trovano in giro parecchie scarpette “perse” dalle giovincelle. Non tutti i principi corrono dietro a quelle che lasciano i balli a mezzanotte, ma per qualcuna funziona, così tutte le altre non perdono la speranza. E Renza fa buoni affari.”

“Grazie Cappuccetto Rosso, mi hai dato informazioni davvero interessanti. L’ultima domanda riguarda di nuovo te. Anzi le ultime due domande. Mi hai svelato il vero nome delle tue colleghe ma il tuo? Qual è?”

“Già, non te l’ho detto! Mi chiamo Camilla che, ti assicuro, non fa rima con tranquilla”, aggiunge ridendo.

“E come passi le tue giornate?”

“Io? Cammino sempre fuori dai sentieri, curiosando su cose e persone. Ooops, Silva devo salutarti, qualcuno sta leggendo la mia fiaba, devo andare.”

“Grazie Cappuccetto… ehm… Camilla, per aver passato del tempo con me.”

“Dovere, cara. Quando vorrai sapere altro, chiamami. Ora sai come si fa. Arrivederci!”

Afferrò lo zaino e saltò dentro  il libro.

Aprii gli occhi, sobbalzando, e il libro che avevo sulle ginocchia cadde sul pavimento con un tonfo. Che sogno avevo fatto! Perché di sicuro era stato un sogno, pensavo mentre recuperavo il libro; ma alzando lo sguardo notai sul divano un mazzolino di fiori di bosco. Lo fissai attonita. Avevo sognato oppure no?

Scoppiai a ridere. “Chi lo sa”, pensai.

Arrivederci, Cappuccetto Rosso!



× Ciao!