A Casa di Lucia | ALLEGRI, GIOVENTU’
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ALLEGRI, GIOVENTU’

Una favola della terza età con i toni da commedia degli equivoci: il risultato è un racconto godibile e a tratti divertente.

Si comincia con un temporale, si finisce con un funerale (e una pietruzza). Tra il prologo e l’epilogo ci sono cinque atti e sei personaggi in cerca di un autore che non c’è, non si sente, se non quando partorisce geniali appellativi (leggi: il mio ragazzo) per queste creature teatrali che se ne stanno sempre tra loro, sempre tra i boschi.

Categoria:
Descrizione

Premio Strega 1973.

Una valle senza nome, quasi dimenticata dagli uomini. Alla Magnolia vivono Inesita e Oscar; alle Mimose, Peggy e Nicola; su in alto, solo, Gildo; giù in basso, in una casetta da bambole, Marianna e Firmato, Tutto è tranquillo, da tempo non accade nulla. Ma all’improvviso scoppia un temporale d’inaudita violenza, da fine del mondo; e l’indomani arriva uno strano ospite, Carlo. Basta perché le acque si muovano, ribollano, straripino e perché tutto vada sottosopra. Oscar insegue Peggy e si scontra con Marianna; Inesita vuole Carlo e finisce con Nicola; Gildo vuole Peggy e e ritrova Inesita; Nicola vuol vendicarsi di Carlo e s’accapiglia con Gildo; Firmato dà la caccia a Nicola e spara a Carlo. Infine cade la prima neve dell’inverno e tutto si placa: il quadro si ricompone come u mosaico le cui tessere sono state gettate in aria da una mano bizzarra. Ma l’ordine è diverso.
In questa giostra amorosa di breve durata non ci sono piani, calcoli , riserve, pentimenti, malinconie e problemi. Tutto è lasciato all’estro, alla fantasia del momento, al caso. Nella valle solitaria e fuori dal mondo non c’è una società, non ci sono adulti esperti della vita che vigilano e controllano. I protagonisti di ‘Allegri, gioventù’ sono soli.
Una storia del genere si svolge ai limiti del credibile. Può accadere solo a dei giovanissimi innocenti e abbandonati a loro stessi, o a dei vecchi che sognano ancora l’amore con l’irresponsabilità e la leggerezza di chi non ha più obblighi con la vita. Ma potrebbe anche essere la fantasticheria maliziosa e ironica di un disperato che fra i due estremi angelici dell’adolescenza e della vecchiaia vede solo l’abitudine, il vizio, la noia.

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