A Casa di Lucia | CANNE AL VENTO
8
product-template-default,single,single-product,postid-19971,theme-bridge,bridge-core-1.0.2,no-js,woocommerce,woocommerce-page,woocommerce-no-js,ajax_fade,page_not_loaded,,vertical_menu_enabled,qode-title-hidden,side_area_uncovered_from_content,transparent_content,columns-4,qode-theme-ver-18.0.4,qode-theme-bridge,disabled_footer_top,wpb-js-composer js-comp-ver-5.7,vc_responsive

CANNE AL VENTO

Canne al vento è un romanzo appartenente alla fase matura della produzione letteraria di Grazia Deledda. Pubblicato originariamente a puntate nel 1913 sulla rivista L’illustrazione italiana, esce nello stesso anno anche per Treves, che all’epoca era in uno dei suoi periodi di più intensa attività editoriale.

Categoria:
Descrizione

Nella casa di Pintor, Ruth, Noemi, Ester, discendenti da una famiglia nobile andata in rovina, il servo Efix con grande fatica riesce a conservare il decoro, coltivando l’ultimo podere rimasto. In passato una quarta sorella, Lia, era fuggita in continente e Efix era stato involontariamente causa della morte del padre che cercava di fermarla. Morta anche Lia, torna alla casa materna Giacinto, suo figlio, un giovane dissoluto che manda in rovina le zie. Noemi, legata da un ambiguo sentimento al nipote, rifiuta le nozze con don Predu a cui era stato venduto il podere. Efix che si era allontanato dalla casa da lui creduta maledetta per sua colpa, vi fa ritorno e muore il giorno stesso delle nozze tra Noemi e don Predu, avendo ritrovato la pace.

 

“La luna saliva davanti a lui, e le voci della sera avvertivano l’uomo che la sua giornata era finita. Era il grido cadenzato del cuculo, il zirlio dei grilli precoci, qualche gemito d’uccello; era il sospiro delle canne e la voce sempre più chiara del fiume: ma era soprattutto un soffio, un ansito misterioso che pareva uscire dalla terra stessa; sì, la giornata dell’uomo lavoratore era finita, ma cominciava la vita fantastica dei folletti, delle fate, degli spiriti erranti”.

× Ciao!