A Casa di Lucia | I BEI MOMENTI
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I BEI MOMENTI

Un romanzo intorno a Mozart dove lo scrittore racconta una personale versione della vita dell’artista, mescolando abilmente verità e finzione, attraverso lettere, diari, testimonianze che non sono veri anche se potrebbero esserlo stati.

Categoria:
Descrizione

Ormai la vita di Mozart per noi è diventata emblema, paradigma, simbolo della personalità artistica, dell’assolutezza del genio indipendente dalla morale, superiore all’educazione, indifferente all’umanità.
Capriccioso, sensuale, avido, infantile, il Mozart delle lettere, reso popolare dal film di Forman, ci ha consegnato il mistero del talento e della grazia che sovrasta il limite e la miseria umani.
Questa è l’immagine di Mozart divulgata oggi, alla fine del novecento, e forse è altrettanto falsa e banale dell’icona ripulita e incorniciata per la posterità dal tenace lavoro di occultamento operato per quasi mezzo secolo dalla moglie Constanze Weber. Ma questo è anche il romanzo di Constanze Weber.
Se Mozart era il sublime, Constanze sarebbe stata la donnicciola. Donna del genio, neanche – si diceva – amatissima da un Mozart innamorato invece dell’altra sorella Weber, Aloisia, che lo rifiutò, Constanze fu cantante mediocre e inflessibile custode delle memorie, occhiuta amministratrice della fama postuma, o tout court, secondo i detrattori, manipolatrice delle carte del marito, falsaria.
Ma l’altezza del talento, da una parte, e la misera contabilità del suo sfruttamento, dall’altra, sono le radicalizzazioni dell’ideologia e del pregiudizio; sono la semplificazione della vita.
Solo al romanzo, solo alla forza ricostruttiva dell’invenzione – sembra dire Siciliano – spetta il paradossale compito di ristabilire una verità possibile, aderente alla vita vera.
E allora: chi fu davvero Constanze Weber, Tanzerl, come dire “Costanzina”? Fu solo la furba ancella di un grande?
Constanze Weber vive a lungo, molto a lungo. Muore Beethoven, muore Schubert, scompaiono i grandi della musica romantica e lei, piccola donna del settecento, è ancora là, indomita e viva, e con lei è viva e vecchia la sorella Aloisia.
I due coniugi inglesi Mary e Vincent Novello, che ormai nel 1829 vanno a intervistare le due donne – e questo corrisponde alla verità storica – sui “bei momenti” della loro vita, si trovano di fronte due anime diversamente complesse, ma ancora immerse nell’esistenza con tutte le radici di rancori ancora aspri e di passioni ancora calde. E così sono gli altri protagonisti, i cui punti di vista si alternano di continuo in questa grande vicenda d’anime e di musica che Siciliano ha ricostruito andando in avanti e a ritroso nella storia, giocando con la verità e l’invenzione e assemblando i più disparati materiali narrativi: dalle lettere alle interviste, dai diari – tutti naturalissimi, plausibili, all’apparenza, eppure inventati – al racconto oggettivo, alla riflessione, dalle divagazioni sulla tecnica musicale alle esplosioni del sentimento. Romanzo corale, la complessa struttura de I bei momenti è pensata, nelle sue varie articolazioni, per reggere tanto il peso della storia quanto il brusìo delle sue voci più flebili e toccanti. La determinazione di Constanze, la devozione del secondo marito Nikolaus von Nissen, il narcisismo vecchio, esulcerato di Aloisia, la rancorosa intelligenza del marito di lei, l’attore Joseph Lange, il vitalismo di Lorenzo da Ponte, l’ombra corrucciata di Salieri e quelle benevole di Haydn e Paisiello, il doloroso culto paterno nutrito dal debole figlio Franz Xaver Mozart mettono in scena opera e dramma; ricordano, contestano, vivono la partitura, eterna e labile, scritta dal talento del genio e dalle passioni degli uomini.

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