A Casa di Lucia | LA COMPAGNIA DELLE ANIME FINTE
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LA COMPAGNIA DELLE ANIME FINTE

Rosa parla con la madre Vincenzina, appena morta ma ancora presente e vicina, e ne rivive (tra ricordo, fantasia e visione) la vita, insieme a quella degli altri familiari, dei bambini della scuola e di altre figure miserabili e tragiche del quartiere napoletano di Capodimonte. Per tutti la felicità sognata e forse sfiorata in qualche momento vago e luminoso, si trasforma sempre troppo presto in un fato di pietra, cupo e irremovibile. E’ una Napoli oscura, mai di maniera, in cui tra morti e vivi non c’è nessun confine, perché la stessa energia inesorabile continua a fluire dagli uni agli altri, e nulla mai sembra poter cambiare.
La lingua bellissima, tra dialetto e poesia, sa accompagnarci in questo viaggio disperato e ostinato e riesce a incantarci comunque.

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Descrizione

Seduta alla finestra Rosa parla al corpo di Vincenzina, la madre, che giace ormai immobile nel letto “e spreme nel cielo di Capodimonte una specie di energia”. Ai piedi della collina, Napoli brulica, antica, attorta, di carne e di drammi, e Rosa rivive la storia di sua madre: i soprusi subiti e inferti, le macerie del dopoguerra, l’incontro con Rafele, suo futuro padre. Dalla città s’alza un coro di immagini e di anime che Rosa compone per riparare al guasto che le ha unite oltre il legame del sangue e ha marchiato irrimediabilmente la vita di entrambe.

× Ciao!