“I miei genitori sono gente aperta. Non resteranno annientati dalla notizia” confida Philip. Sa che il tipo d’amore che lui ha scelto di vivere non è convenzionale, non è facile: ma non vede motivi per costringersi ancora a tenere segreta la sua realtà vera, la tenerezza che ha cercato e trovato, la sua speranza di felicità, perché “qualunque sia la cosa che amiamo, è quello che noi siamo”. Era il 1986. Con questo libro delicato, tagliente, preciso nella chirurgia dei sentimenti che uniscono e dividono generazioni attigue e diversissime, David Leavitt entrava nella corsa verso il Grande Romanzo Americano.