A Casa di Lucia | Pulce non c’è
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Pulce non c’è

«Mai sopportati i melodrammi, ma qualcuno aveva deciso d’inscenarne uno nella mia famiglia»

Quando hai tra le mani una storia come questa, una storia che urla, e che hai vissuto da vicino, puoi fare un sacco di guai se decidi di raccontarla.
Rischi di essere troppo coinvolto, retorico o furioso.
Ma se la prendi e la sposti di lato, e la guardi attraverso gli occhi di una ragazzina piena di fantasie piú grandi di lei, con una voce comica irresistibile, capace di sparare a mitraglia pensieri bellissimi ed eccentrici, rischi di vederla finalmente per davvero.

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Descrizione

A raccontarci Pulce e il suo mondo speciale è la sorella Giovanna, con la sua voce ironica, candida, intelligente, divagante. Pulce è una bambina allegra, a cui piace infilarsi negli abbracci degli sconosciuti, stritolarti più forte che può. Quando un giorno, come tutti i giorni, mamma Anita va a prenderla a scuola, Pulce non c’è. “Provvedimenti superiori” hanno deciso che loro non sono più dei buoni genitori, e Pulce è stata portata nella comunità Giorni Felici. Anita e Giovanna possono farle visita una volta alla settimana, “sotto lo sguardo soldato di un’educatrice”. Papà Gualtiero, invece, sua figlia non può vederla, perché su di lui grava una mostruosa accusa. Giovanna ha solo tredici anni quando comincia questa “storiaccia”. È una ragazzina curiosa, con qualche tic nervoso e un gruppetto di amici immaginari. E proprio grazie alla sua immaginazione vispa e intelligente, alla sua potente capacità inventiva, Giovanna ci racconta senza retorica e senza patetismi lo scontro tra mondo adulto e infanzia, tra malattia e normalità, tra rigidità delle istituzioni e legami affettivi. Il suo sguardo singolare, il suo punto di vista spostato, ci fa vedere improvvisamente le cose, rende intellegibile ciò che anche gli adulti faticano a capire.

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