A Casa di Lucia | QUELLO COL PIEDE IN BOCCA
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QUELLO COL PIEDE IN BOCCA

Cinque racconti molto ironici: l’amore e i conflitti fra una goffa divorziata e un critico geniale; la storia di uno specialista in gaffes; i rapporti tormentati fra un padre imbroglione e suo figlio

Categoria:
Descrizione

In tutte e cinque queste storie il protagonista è un ebreo, di intelligenza fuori dal comune, distintosi nel campo delle arti e della filosofia, e consapevole di essere “fuori sintonia” con la realtà. Ma accanto ai personaggi principali ruota tutta una serie di figure (imbroglioni, uomini d’affari, divorziate sexy, vecchi
saggi, ricchissime bigotte) che rappresentano il catalogo completo dell’umanità.
Anche qui, come sempre in Bellow, non c’è abbondanza d’azione, ma i ritratti umani, così minuziosi e particolareggiati, sono perennemente illuminati da improvvise impennate d’ironia, da osservazioni fulminanti, che suscitano inaspettate emozioni dell’intelletto e generano un’incontrollabile urgenza del linguaggio. Mentre l’immaginazione decolla come un aquilone. Il primo racconto, quello che da il titolo alla raccolta, è una lunga lettera scintillante d’umorismo, dove un anziano musicologo si scusa con una delle sue vittime di certe batture feroci che ha sempre avuto il vizio di pronunciare nei momenti sbagliati. “Come è andata la vostra giornata?” è la cronaca di un improbabile viaggio Chicago-Buffalo-Chicago compiuto da una provocante divorziata per raggiungere il suo amante: intellettuale settantenne, critico d’arte di grido, sempre inseguito da codazzi di ammiratori.
“Zetland: visto da un testimone” rievoca la formazione di un “enfant prodige” appassionato di filosofia e divenuto poi artista di spicco del Greenwich Village. “Un piatto d’argento” è la storia del toccante rapporto tra un padre imbroglione e il suo affezionatissimo figlio. Infine, “I cugini” è una stupenda metafora sull’indissolubilità dei vincoli familiari. Ancora una volta Bellow si conferma qui geniale osservatore degli attuali comportamenti umani, pittore grottesco e deformante di un’America che somiglia terribilmente alla nostra società e che perciò offre materiale vastissimo alla riflessione e al sorriso.

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