A Casa di Lucia | SICILIAN COMEDI
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SICILIAN COMEDI

Prendete in parti uguali Breaking Bad, I Sopranos, Romanzo criminale e The Wire, Shakespeare e Peter Sellers. Shakerate energicamente e servite con decorazione barocca. Ecco Sicilian Comedi.

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Descrizione

Lou Sciortino, erede di una dinastia di italoamericani che hanno fatto fortuna riciclando i soldi della mafia a Hollywood, è costretto a rintanarsi in Sicilia. A Los Angeles è scoppiata una guerra tra famiglie e suo nonno, che ha la fissazione di fare di Lou “una personcina per bene”, non lo vuole tra i piedi. Con lui c’è Leonard Trent, il regista, sceneggiatore e produttore della Starship Movies, i cui film sono sempre più deliranti (“I miei film non devono incassare, servono per riciclare i soldi, che – se ci pensi – è l’unica maniera di fare Vera Arte, caro mio”). A guardare le spalle a Lou e a Leo c’è Pippino, un tipo silenzioso con due grandi amori: il coltello e la letteratura. A Catania, i tre entrano in contatto con una variegata, divertentissima fauna umana: designer e sciampiste, metrosexual in cerca di identità, attori dialettali e killer, politicanti stralunati, scrittori di grido, architetti da urlo, femmine molto femminili e con un congruo numero di boss dagli interessi più diversi: dal petrolio al grande business del ‘divertimento’. Ma anche con Tino Cagnotto, regista gay, neorealista e d’avanguardia fissato con Shakespeare e con la lingua sicula; e soprattutto con Turrisi e Perrotta, i due capimafia in perenne guerra tra loro. Al momento, però, la loro faida perpetua è sospesa: “l’evento tragico e luttuoso, la catastrofe naturale”, come Perrotta definisce sua figlia Betty (“quaranta chili di buttanaggine in tettine e sandali”), pare abbia messo la testa a posto – pare – e si è appena maritata con Turrisi. A far da contraltare all’indimenticabile Betty c’è Mindy, una bellezza ‘acqua e sapone’ con la passione per il rosario, nipote di Sal Scali, un mafioso di secondo piano specializzato in “parruccheria e stilismo”. Primedonne in rotta di collisione, che tra ‘buttan farm’ e grandi alberghi, con la complicità dell’epica Wanda e della inarrivabile Contessa, evocano aria di tempesta in questa Catania pirotecnica, eccessiva eppure verissima, dove, nell’ombra segreta e sensuale dei palazzi barocchi, sembra aggirarsi il fantasma di Guglielmo Scrollalanza, in arte William Shakespeare.

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