A Casa di Lucia | LA SCOMPARSA DEI FATTI
8
product-template-default,single,single-product,postid-23216,theme-bridge,bridge-core-1.0.2,no-js,woocommerce,woocommerce-page,woocommerce-no-js,ajax_fade,page_not_loaded,,vertical_menu_enabled,qode-title-hidden,side_area_uncovered_from_content,transparent_content,columns-4,qode-theme-ver-18.0.4,qode-theme-bridge,disabled_footer_top,wpb-js-composer js-comp-ver-5.7,vc_responsive

LA SCOMPARSA DEI FATTI

Nel mondo politico e in gran parte del giornalismo italiano si assiste da tempo a un fenomeno: la “scomparsa dei fatti”. Oggi sono spesso le opinioni a trasformarsi in fatti.

Categorie: ,
Descrizione

In un paese dove lo scontro ideologico è diventato la prassi, gli esempi di questa situazione abbondano ovunque. Nella coscienza collettiva si radicano “fatti” che non sono mai stati tali. Due soli esempi: è convinzione comune che il contingente italiano sia stato mandato in Iraq a seguito di una risoluzione dell’Onu. Falso: ci si è andati molto prima. Il ministro Mussi ritiene giusto che il Paese consenta all’Unione Europea la prosecuzione della ricerca sulle cellule staminali. Traduzione: Mussi attacca la vita, i cattolici, e vuole abolire la legge corrente. Corrosivo come sempre, Marco Travaglio dimostra come l’informazione in Italia, salvo rarissime eccezioni, abbia del tutto smarrito la sua funzione originaria.

 

“Non c’è scelta, siamo fottuti. Abbiamo buttato tutto in vacca. Non c’è nessun altro paese in Europa che abbia fatto tante stronzate quanto noi, lasciando che il deficit pubblico si gonfiasse a dismisura. E’ chiaro che per due anni abbiamo raccontato soltanto balle. E’ del tutto evidente che quello che abbiamo detto non era vero. Ho mentito, abbiamo tutti incessantemente mentito sullo stato dell’economia: al mattino a pranzo e alla sera a cena, per almeno diciotto mesi.
Non abbiamo fatto nulla per quattro anni. Non riuscireste ad indicarmi un solo intervento del governo di cui andare fieri. Cosa risponderemo al paese quando ci chiederà di rendere conto delle nostre azioni? La verità è che siamo nella merda.”

Così parlò, senza sapere di essere registrato, in una riunione a porte chiuse del suo partito, il capo del governo di un paese europeo […] improvvisatosi imprenditore e divenuto miliardario con capitali di dubbia provenienza […]. Quattro mesi dopo, prima un sito internet, poi la radio di Stato e infine tutti i giornali resero pubblica quell’impietosa autoconfessione. E per il premier cominciarono i dolori: le piazze si riempirono di migliaia di cittadini inferociti per aver saputo di essere stati presi in giro con false promesse elettorali e ancor più false rappresentazioni dello stato dell’economia.
No, quel premier non è Silvio Berlusconi. E quel paese non è l’Italia. Non può trattarsi né di Berlusconi né dell’Italia. Perchè in Italia non s’è mai visto un politico che, in pubblico o in privato, ammettesse di aver mentito. Perchè in Italia nessuna emittente di Stato si sognerebbe mai di sbugiardare un politico. E perchè in Italia i cittadini danno per scontato di essere resi in giro dai politici mentitori, e non ci fanno più caso, né tantomeno si sognano di scendere in piazza per chiedere conto e ragione delle loro menzogne.”

× Ciao!