A Casa di Lucia | A FUTURA MEMORIA
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A FUTURA MEMORIA

Leonardo Sciascia ha denunciato dalle pagine di quotidiani e settimanali italiani la realtà sulla mafia. Lo scrittore, prendendo spunto da diversi fatti di cronaca, è stato tra i primi a sottoporre all’opinione pubblica il fenomeno mafioso in termini concreti, non come fatto eversivo dell’ordine costituito bensì come sistema parallelo e speculare rispetto allo Stato e alle sue leggi. Senza temere di scuotere gli animi più conformisti, ha rotto in questo modo il silenzio che uomini e istituzioni mantenevano rigorosamente su tale annoso problema.

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Descrizione

Dall’omicidio-suicidio di Calvi all’assassinio del generale Dalla Chiesa, dal caso Tortora al maxiprocesso di Palermo e ai «professionisti dell’antimafia»: sono i temi che Sciascia affronta – determinato a «tirare il collo» a retorica e falsificazione – negli eretici e taglienti articoli qui radunati. Articoli sempre seguiti da furenti polemiche e infamanti accuse (quella di «fare il gioco della mafia», ad esempio) e che non lasciano dubbi: Sciascia è il più ‘scomodo’ fra gli scrittori italiani. O meglio: il più impavidamente fedele al compito dell’intellettuale, quello cioè che gli detta «l’intelligenza, unita a una somma di conoscenze e mossa ‒ principalmente e insopportabilmente ‒ dall’amore alla verità».

 

“Ma la democrazia non è impotente a combattere la mafia. O meglio: non c’è nulla nel suo sistema, nei suoi principi, che necessariamente la porti a non poter combattere la mafia…Ha anzi tra le mani lo strumento che la tirannia non ha: il diritto, la legge uguale per tutti, la bilancia della giustizia.”

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