E’ un libro delicato, scritto con un linguaggio curato, dove dalle prime righe aleggia la morte, la morte di Antenora, dalla quale si parte per un lungo viaggio che attraversa la vita di una famiglia, a cavallo della guerra, a ritroso nei ricordi della nipote.
Antenora è una donna coerente e volitiva, che riesce sempre a conservare con coraggio e tenacia la sua indipendenza interiore. È lei la protagonista di questo romanzo d’esordio di Margaret Mazzantini: personaggio di grandissima forza che vive un’esistenza straordinaria e drammatica dal primissimo Novecento fino alla fine del secolo. Vissuta in una società dominata dagli uomini, chiusa nei ruoli di figlia, sorella, moglie, madre e infine nonna, Antenora è in realtà l’eroina di un mondo arcaico nel quale, pur confinata all’interno delle mura, esercita un matriarcato energico e indiscusso. Valori netti e semplici, sentimenti forti ed esclusivi la renderanno capace di affrontare dittature, guerre e la difficile ricostruzione, senza mai perdersi d’animo, senza mai smarrirsi. Di fronte alla sua morte, in un gelido mattino d’inverno, una donna di un’altra generazione – la nipote – ne tratteggia un superbo ed evocativo ritratto. Il catino di zinco è il libro di una donna sulle donne, che fa i conti con il femminismo e il post-femminismo, senza smancerie, senza sentimentalismi; un romanzo intenso e coinvolgente costruito attorno a una donna in grado di essere sempre se stessa nonostante l’ostilità del mondo e della storia.