A Casa di Lucia | IL POEMA DELL’HASHISH
8
product-template-default,single,single-product,postid-29167,theme-bridge,bridge-core-1.0.2,no-js,woocommerce,woocommerce-page,woocommerce-no-js,ajax_fade,page_not_loaded,,vertical_menu_enabled,qode-title-hidden,side_area_uncovered_from_content,transparent_content,columns-4,qode-theme-ver-18.0.4,qode-theme-bridge,disabled_footer_top,wpb-js-composer js-comp-ver-5.7,vc_responsive

IL POEMA DELL’HASHISH

Baudelaire ci spiega come si utilizza e da cosa è composto l’hashish del tempo e gli effetti che ha su artisti, donne e uomini…

Sostanze che esaltano gli organi permettendo all’individuo di percepire in maniera più accentuata e dettagliata la realtà; partecipi dei cosiddetti “paradisi artificiali”, ovvero situazioni di euforia, genialità susseguite da sconforto e passività…

…ovviamente tutto ciò è esaltato dall’autore il quale ironicamente afferma che “chi beve solo acqua ha qualcosa da nascondere“…

Categoria:
Descrizione
Pubblicato nel 1851 e inserito dieci anni dopo insieme agli scritti “Sul vino e sull’hashish”, questo testo provocatorio e rivoluzionario scardinò i canoni dell’estetica tradizionale, aprendo la strada a una concezione del bello e dell’arte totalmente nuova: al fumatore d’hashish si offre infatti per Baudelaire la possibilità di accedere a un’esperienza estetica estremamente più ampia di quella concessa all’individuo in condizioni di completo controllo delle proprie facoltà fisiche e psichiche. In questo nuovo universo vengono infatti accolti oggetti apparentemente insignificanti, talvolta manifestamente brutti, che fanno comunque parte del quotidiano e che l’immaginazione creativa dell’uomo può rendere interessanti. Il giudizio sul bello artistico si libera dunque dai vincoli imposti e tramandati acriticamente. La portata innovativa delle teorie di Baudelaire fu immensa, sottointendendo una capacità di osservazione straordinaria e un’adesione totale alla vita in ogni sua forma.
× Ciao!