Una narrazione intima e intensa delle emozioni e dei sogni che diventarono una rivoluzione.
Enrico e i suoi compagni. Hanno diciassette anni, è l’anno scolastico ’67-’68, come tutti gli adolescenti sono alla ricerca di se stessi. Vogliono evadere da una scuola che li tiene prigionieri e da un costume sociale oppressivo, indagano sul passato opaco delle loro famiglie e sull’omertà che copre come una nebbia gli anni della guerra. Per riuscirci occupano il liceo e partecipano agli scontri di Valle Giulia, a Roma. Soffriranno, per questo: uno di loro compirà un atto estremo di ribellione. Enrico scoprirà tracce di una sorella morta bambina in manicomio, e cercherà di sapere perché una pistola è nascosta in casa dei suoi e in che modo suo padre sia divenuto proprietario di un negozio di tessuti appartenuto a un ebreo deportato ad Auschwitz. Ci riuscirà con l’aiuto di uno zio, ex combattente repubblicano in Spagna. I ragazzi si liberano dalle famiglie, vanno a vivere insieme, sono liberi di amarsi, iniziano i vagabondaggi tra il sud delle isole Eolie, la Germania e la Milano delle fabbriche, la Parigi del maggio. Intorno a loro esplodono il Vietnam dell’offensiva del Têt e la morte di Ernesto Guevara, il terremoto del Belice e la Primavera di Praga.