Tre racconti (scritti nel suo periodo di maggiore felicità espressiva) che mostrano una Spagna dalla democrazia ancora fragilissima, minacciata da giovani e meno giovani fascisti e militari ancora profondamente legati a Franco e al regime. Tre piccoli gialli perfetti.
Il primo racconto vede Pepe Carvalho impegnato a ritrovare uno strano personaggio scomparso: si tratta di un vecchietto squinternato che si crede l’ultimo erede della casata reale di Castilla y León: Federico III. Le indagini lo portano a investigare all’interno di un gruppo di giovani neofascisti, decisi a utilizzare il vecchio pazzo per attuare un colpo di stato e uccidere il re legittimo Juan Carlos I. Il secondo racconto è ambientato in un ricovero per vecchi bisognosi nel quale viene trovato morto soffocato un anziano ospite. Il prete del paese, amico e compagno politico di vecchia data di Carvalho, lo chiama per far luce su questa morte a partire da un libriccino rosso che è il diario della vittima: ha fatto parte di un gruppo della guerriglia repubblicana, composto da altri cinque membri che si facevano chiamare ‟I Mozart”. Nell’ultimo racconto la giovane e affascinante Teresa si reca da Carvalho per chiedergli di investigare sulla morte del nonno. Apparentemente tutto fa pensare a un normale attacco di cuore, ma la giovane ha trovato in un orologio lasciatole in eredità un bigliettino in cui il nonno dice di essere in pericolo e che questa volta l’avranno vinta loro.