A Casa di Lucia | STORIA E LEGGENDE DI SAN GREGORIO ARMENO
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STORIA E LEGGENDE DI SAN GREGORIO ARMENO

Natale. Guardo il presepe scolpito,

dove sono i pastori appena giunti
alla povera stalla di Betlemme.
Anche i Re Magi nelle lunghe vesti
salutano il potente Re del mondo.
Pace nella finzione e nel silenzio
delle figure di legno: ecco i vecchi
del villaggio e la stella che risplende,
e l’asinello di colore azzurro.
Salvatore Quasimodo

Con questa bellissima poesia Salvatore Quasimodo ci racconta la magia del Natale attraverso il Presepe.
L’arte del Presepe non può che condurci in Via San Gregorio Armeno, nel Centro Storico di Napoli. Uno dei luoghi più famosi al mondo, meta, ogni anno, di centinaia di migliaia di turisti rapiti dal fascino senza tempo delle botteghe dei maestri dell’arte presepiale. Ma perché l’arte dei pastori è concentrata in questa stradina di Napoli? Leggiamolo insieme, attraverso la storia e le leggende di San Gregorio Armeno…


La strada, risalente all’età greco-romana, prende il nome dal complesso religioso dedicato a San Gregorio Armeno: un autentico gioiello dell’architettura barocca napoletana, composto dalla chiesa (al cui interno risalta il soffitto a cassettoni, realizzato nel 1580 dal pittore Teodoro d’Errico), dal convento e da uno straordinario chiostro, considerato tra i più belli in assoluto di tutta la città, in cui, tra profumate aiuole di agrumi, troneggia una grande fontana di marmo con le statue settecentesche di Cristo e la Samaritana.

Durante il periodo romano lungo la strada venne costruito un tempio dedicato a Cerere, la divinità della terra e fertilità. Secondo la leggenda era usanza donarle delle statuette in terracotta come buon auspicio per la stagione della raccolta. Sulle rovine del tempio il vescovo San Nostriano fece costruire delle terme per i poveri. Successivamente la struttura venne arricchita con la costruzione di una chiesa, dove nell’ VIII secolo vennero portate, da alcune monache guidate da San Patrizia, le reliquie di San Gregorio l’Illuminatore, patriarca di Armenia. La chiesa è conosciuta anche con il nome di Santa Patrizia in quanto, sempre secondo una leggenda, le monache che trasportavano il carro funebre della Santa si fermarono di colpo proprio dinanzi la chiesa. Questo venne interpretato come volere della vergine Patrizia. A cavallo tra il Seicento e il Settecento, si sviluppò la tradizione del presepe napoletano: le botteghe di quest’antica via erano riconosciute come tra le migliori di Napoli e, con la diffusione della rappresentazione della Natività dalle chiese alle famiglie aristocratiche, gli artisti partenopei furono incaricati di realizzare personali e artistiche scene religiose.
Oggi, durante il periodo natalizio è possibile trovare le più varie esposizioni di statuette, opere d’arte tradizionali e rappresentazioni più contemporanee, mentre una passeggiata durante il resto dell’anno consente di ammirare i maestri artigiani al lavoro.
Nelle vicinanze della Chiesa di San Gregorio Armeno e delle botteghe dei presepi, l’antico culto di Cerere è ricordato da un prezioso bassorilievo, un’opera d’arte importante per Napoli, che testimonia anche l’importanza della figura femminile nella società romana.

I presepi di San Gregorio Armeno sono famosi per essere i più ricchi, vasti, particolari e decorati del mondo, un connubio tra il sacro e profano, di antico e moderno, che perdura nei secoli, per dare vita una tradizione unica e leggendaria.
Statuette, con i suoi personaggi particolari e unici che mostrano la fantasia e creatività degli artigiani. Tuttavia, la tradizione presepiale meridionale comprende specifici elementi: il paesaggio, la grotta e la Sacra Famiglia, Benino il pastorello, il vinaio o Cicci Bacco, il pescatore come San Pietro, i compari che giocano a carte, la zingara, i venditori, almeno dodici come i mesi dell’anno.


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