A Casa di Lucia | PANE E TEMPESTA
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PANE E TEMPESTA

Per chi ancora non conoscesse Stefano Benni è arrivato il momento giusto! E’ un autore fantastico e folle. Ti porta in un mondo assolutamente irreale, dove vorresti restare per sempre, un’evasione eterna ed illimitata. Questo libro è un pot-pourri delle sue storie narrate e di personaggi che un suo lettore accanito ha già avuto modo di conoscere : ci propone una storia che sa di Bar Sport, con un occhiolino a Margherita Dolcevita, un pizzico di Compagnia dei Celestini e una mescolata di tante altre “vite”.

Benni vi regalerà momenti di lettura davvero unici e, vi garantisco, che Benni vuol dire “garanzia”. Qui di seguito vi riporto le parole di un giornalista della Stampa su questo libro.

“Nel Bar Sport resiste la favola Benni. Un remoto borgo del Bel Paese Che Fu dove sopravvivono «sparaballe e fancazzisti”
Sergio Pent, Tuttolibri – La Stampa

– Stefano Benni continua a sedurci e a divertirci con la stessa leggerezza.
Occorre sottolineare che Benni sembra meno rancoroso, nei suoi ultimi lavori, più consapevole di non poter scardinare la realtà con il sarcasmo e la satira. Si cementifica invece di arricchirsi con l’arte e il turismo, si devasta e si straparla e si perde tutto, compresi la dignità e il futuro.
Ma in un remoto borgo di un Bel Paese Che Fu, si lotta ancora, e si lotta per far vincere la nostalgia. Il Bar Sport di Montelfo è vivo, ricco di tutti quei personaggi che hanno fatto l’Italia più vera. A Montelfo Nonno Stregone lotta con la sua artrosi, la piccola Alice parla con gli animali del bosco mentre il cupo Piombino non sa come dichiararle il suo amore. A Montelfo la dinastia dei Trinconi porta avanti da generazioni il Bar Sport, «punto d’incontro di filosofi, ubriaconi, tecnici sportivi, sparaballe, fancazzisti, narratrici e comari». E si ritrovano tutti qui, questi personaggi, a rivangare memorie prodigiose, a cercare di sopravvivere ai tempi, a difendere – soprattutto – la loro vallata dalle ruspe che incalzano per spianare il bosco, per aprire nuove inutili strade, per inaugurare centri commerciali e per distruggere ciò che da sempre tiene in vita un Paese: la memoria.
E proprio qui la magia di Benni torna in prima fila, nel riassunto ideale di tutte le sue tematiche: comicità e fantasia si sposano a ecologia e politica, in un tessuto variegato che dal fiume principale lascia defluire ruscelli d’allegria e di ricordo, mentre le ruspe del viscido Sibilio Settecanal avanzano e sbranano il futuro. Episodi che si riallacciano e s’incrociano, in un felice delirio di creature ormai di proprietà collettiva, perché al Bar Sport di Stefano Benni non esistono inviti personalizzati, ma si può entrare e slumare Simona Bellosguardo o seguire i giocatori di carte senza carte o ascoltare le storie di Archimede Archivio o la leggenda del Beato Inclinato.
Il tutto mentre anche gli gnomi cercano un modo per salvare il loro angolo di mondo, la loro storia. Gli gnomi? Beh, in un Paese – il nostro – in cui la verità è diventata un’opinione a senso unico, è lecito affidarsi all’irreale per ritrovare concretezza, per resistere, mangiando pane e tempesta. E in questa sua apparente svagatezza fantastica, Stefano Benni continua a dimostrarsi il nostro scrittore più concreto, quello comicamente più tragico – .



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