A Casa di Lucia | STORIA PROIBITA DI UNA GEISHA
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STORIA PROIBITA DI UNA GEISHA

“Karyukai significa “Mondo del fiore e del salice”. Ogni geisha è come un fiore, bella in un suo modo speciale e, come un salice, aggraziata, flessibile e forte. 
E’ venuto il momento di parlare. Voglio che sappiate cosa significa realmente vivere la vita della geisha, un’esistenza colma di enormi sfide professionali e di magnifiche soddisfazioni.
Come spesso accade, se l’inizio di un libro non ti conquista subito hai due alternative: lasciar perdere o andare avanti e vedere cosa succede. Ho scelto la seconda e piano piano la sinergia si è attivata.
La storia sembra più il diario minuzioso della vita della piccola Masako, adottata dalla famiglia Iwasaki all’età di soli 5 anni per divenire non solo una geiko (donna d’arte), ma soprattutto l’atotori della casa, ossia l’erede designata a garantire la continuità della oikiya iwasaki, ragion per cui Masako verrà ribattezzata con il nome di Mineko.
I 37 capitoli si articolano lungo il periodo che va dal 1949 al 2000 e raccontano, con dovizia di particolari, la vita della protagonista destinata a divenire una delle geiko più famose della sua epoca, “Mineko la leggenda”, la numero uno, ma anche la prima a rompere gli schemi del sistema (pur senza trasgredirne le regole e senza mai venire meno ai propri obblighi di atotori) e ad avere il coraggio di mettere in discussione i limiti di un apparato basato esclusivamente sulla salvaguardia della tradizione.
Un manuale sulla vita della Okiya, (casa di geishe), sulla rigorosa disciplina e l’educazione artistica delle bambine destinate a divenire geiko, sui rigidi protocolli e la gerarchia immodificabile, sull’importanza del Kimono e sul suo significato simbolico e spirituale.
Un racconto in cui non manca l’attenzione per il ruolo politico, economico e sociale del mondo delle okiya dell’antico quartiere di Gion, ma che è anche un proclama sulla forza delle donne, sul valore delle tradizioni e dei legami parentali e sulla consapevolezza di una intangibile indipendenza ed emancipazione femminile.
Mineko ha voluto sfatare una volta per tutte l’equivoco tra il mondo delle geishe, artiste con una tradizione e una cultura altamente specializzate, e quello delle oiran, ossia le prostitute d’alto bordo, equivoco creato dalla letteratura cinematografica americana dell’immediato periodo postbellico.
Il titolo, per questo, è, a mio avviso, assolutamente sbagliato, anche se porta con se il merito di evidenziare quanto di più proibito possa essere narrato: la verità.


× Ciao!