A Casa di Lucia | Venezia, tra sogno e inquietudine…
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Venezia, tra sogno e inquietudine…

Venezia, descritta come la città dell’amore romantico, passionale, poetico con le sue gondole lente e sinuose che, accompagnano da secoli, migliaia di storie d’amore tra i canali della sua laguna e tra gli anfratti dei palazzi, testimoni non solo della storia ma anche di amori proibiti e spesso dissoluti.
Venezia capitale dell’Adriatico e di rotte non solo italiane ma bizantine, con i suoi dogi e le sue “respublicae ante litteram”, la Venezia torbida del Mercante ebreo di Shakespeare e quella erotica di Casanova.
Quante Venezia, quanti volti!
Nessun volto somiglia e si avvicina, neppure vagamente, a quello che riuscì ad immaginarsi un secolo fa lo scrittore tedesco Thomas Mann.
Nel suo romanzo brevissimo, La morte a Venezia, cercò di riflettere tutto il suo decadentismo borghese nel protagonista Aschenbach, rappresentando in lui la tragedia dell’artista nella cui anima si combattono un’austera, eroica volontà della perfezione ed un illecito amore verso l’avventura, spesso immaginata.
Lo stile di Mann, monumentale e volutamente di una caricaturale perfezione, si rivela una sorta di discorso personale del protagonista sullo sfondo di una Venezia subdola, ambigua, nella quale le autorità nascondono le notizie sulla peste, pur di non far fuggire i turisti.
Il protagonista, avvolto da fantasie e ossessioni nei confronti di un giovane ragazzo, nella città lacustre cambia profondamente il suo animo, che ambisce ad una pace che sembra trovare solo nel viso del giovane.
Pace che anela disperatamente, ad ogni costo.
“ La morte a Venezia” colpì profondamente anche il regista Luchino Visconti, più di cinquant’anni fa, al punto da volerne realizzare un film a tutti i costi.
Nonostante la difficoltà, oggettiva, nel poterne ricavare una sceneggiatura.
Il libro, come ho sopr’anzi detto, è fortemente introspettivo, poco si presta a dialoghi, tutto concentrato com’è nell’ animo e nel pensiero del protagonista Ashenbach.
Alla fine il film risulta abbastanza fedele al romanzo, sottolineando maggiormente rispetto al libro, solo la tematica omosessuale che, nello scritto rimane invece latente.

“ …La solitudine fa maturare l’originalità, la bellezza strana e inquietante, la poesia. Ma genera anche il contrario, lo sproporzionato, l’assurdo e l’illecito…”.



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