A Casa di Lucia | LA BIBLIOTECA DI MEZZANOTTE
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LA BIBLIOTECA DI MEZZANOTTE

Cosa faresti se, in punto di morte, ti fosse data la possibilità di scegliere un’altra vita? Ti terresti comunque la tua, odiata e sfortunata, rifiutandola in ogni caso e rinunciando a vivere senza tornare indietro? O ti lasceresti guidare verso una, due, tre, cento altre possibili strade, rincorrendo un lieto fine, come un avvincente librogame?

È proprio la domanda a cui è costretta a rispondere la protagonista di questo godibilissimo romanzo di Matt Haig, Nora Seed. Pochi minuti dopo la decisione di porre fine alla sua vita triste e mediocre, Nora fa il suo ingresso nella Biblioteca di mezzanotte. In questo posto magico, sospeso tra sogno e realtà, verrà guidata a sospendere per un momento il giudizio sulla vita che ha vissuto fino ad allora, concentrandosi in particolar modo sui rimpianti, su tutte quelle scelte che non ha fatto per mancanza di coraggio o che si è trovata a fare per paura di deludere le aspettative dei suoi cari. Come sarebbe stata la sua vita, se avesse fatto scelte diverse?

Ogni sua azione era stata un errore, ogni decisione un disastro, ogni giorno un passo che la allontanava dalla persona che aveva immaginato di diventare. Nuotatrice. Musicista. Filosofa. Sposa. Viaggiatrice. Glaciologa. Felice. Amata. Niente”.

Ognuno dei libri dell’enorme Biblioteca di mezzanotte contiene una delle possibili vite di Nora. Ogni sua più piccola scelta, infatti, crea diversi esiti, nuove conseguenze, vite parallele accessibili attraverso un libro. E di vite Nora ne prova tante. Tante esperienze, tanti volti nuovi e posti che non avrebbe conosciuto se non avesse preso determinate decisioni, migliaia di mondi paralleli le si spianano davanti e si inanellano l’uno dentro l’altro, come coloratissimi caleidoscopi.

… Ma i minuti passano e Nora deve prendere la decisione più grande e definitiva: quale di quelle è la vita che vorrebbe vivere?

“La biblioteca di mezzanotte” è un romanzo introspettivo, intimo, che si legge tutto d’un fiato e che fa entrare in totale empatia con la protagonista, così simile a ognuno di noi, con le nostre domande, i dubbi e le piccole infelicità che tante volte ci fanno chiedere:”… E se…?”

“Nella vita ci sono degli schemi… Dei ritmi. È così facile rimanere intrappolati in una singola esistenza, immaginare che i momenti di tristezza o di tragedia o di fallimento o di paura siano il risultato di quella determinata esistenza. Che siano un effetto collaterale del condurre un certo tipo di vita, invece che la semplice conseguenza del vivere. Ciò che intendo dire è che sarebbe molto più semplice se capissimo che non esiste un modo di vivere che ci renda immuni dalla tristezza. E che la tristezza è parte intrinseca della trama della felicità. Non si può avere una senza l’altra. Naturalmente, esistono gradi e misure diverse per entrambe. Ma non esiste una vita in cui si possa vivere in uno stato di perenne felicità. E credere che invece sia possibile non fa che generare altra infelicità nella vita che viviamo”.

La compassione dell’autore verso Nora è tangibile ed è stata per me come una coperta calda, in una fredda sera d’inverno, che protegge e si prende cura delle nostre fragilità, dei pensieri pesanti e che lascia insinuare tra le pieghe morbide un’unica certezza: c’è sempre una scelta che può cambiare le cose. C’è sempre la possibilità di un nuovo risveglio, di giorni nuovi, di un amore e una vita nuova.



× Ciao!