A Casa di Lucia | SETTE MINUTI DOPO LA MEZZANOTTE
32922
post-template-default,single,single-post,postid-32922,single-format-standard,theme-bridge,bridge-core-1.0.2,no-js,woocommerce-no-js,ajax_fade,page_not_loaded,,vertical_menu_enabled,qode-title-hidden,side_area_uncovered_from_content,transparent_content,columns-4,qode-theme-ver-18.0.4,qode-theme-bridge,disabled_footer_top,wpb-js-composer js-comp-ver-5.7,vc_responsive

SETTE MINUTI DOPO LA MEZZANOTTE

“Le storie sono creature selvagge e indomite. Quando le liberi, chi può sapere quali sconvolgimenti potranno compiere?”

La storia che sta alle spalle della realizzazione di questo romanzo è forse ancor più fantastica del romanzo stesso. Sì, perché, alla fine, in “Sette minuti dopo la mezzanotte” si narra una vicenda molto comune: c’è un ragazzino, Conor, che ha i genitori separati, vive con la madre e a scuola ci sono dei bulletti che lo infastidiscono. Una storia abbastanza comune, se non fosse che Conor riceve la visita di un mostro sette minuti dopo la mezzanotte. Questo mostro, che era il tasso sopra la collina, gli racconterà tre storie, sulle altre volte in cui si mise a camminare. In cambio pretenderà da Conor che racconti lui la quarta storia, quella che ha a che fare con la verità.

La vicenda che invece vede protagonista l’autore del romanzo è molto tenera e commovente. Patrick Ness viene investito di un compito straordinario: portare a compimento il lavoro di Siobhan Dowd, pluripremiata autrice di quattro libri, morta all’età di quarantasette anni di cancro, insignita postuma della prestigiosa Carnegie Medal. Patrick si è interrogato su come svolgere questo lavoro, per il quale Siobhan aveva già abbozzato personaggi, tema centrale e anche l’inizio. Sente però di non dover completare il romanzo imitando la voce della scrittrice, piuttosto si impegna a scrivere un romanzo che a quella scrittrice sarebbe piaciuto, come se lei gli avesse detto: “Va’, portala con te, sconvolgi tutto”. Così nasce “Sette minuti dopo la mezzanotte” e a Siobhan lo dedica. Ma poi, come un testimone che passa di mano in mano, anche le storie non si concludono con i loro autori, anzi diventano proprietà dei lettori. La storia di Conor, seppur unica perché racconta di lui, è un racconto che ci accomuna tutti, e con la magia propria delle narrazioni consente di rielaborare i propri vissuti, di ritornare alla radice delle nostre emozioni e sentire fortemente di cosa è fatta la linfa che ci attraversa.

“Sette minuti dopo la mezzanotte” è un romanzo di formazione, ma credo che possa far bene anche a noi adulti, per comprendere cosa si agita nel cuore di un fanciullo che sta diventando grande, non per naturale evoluzione, ma perché i casi della vita lo spingono a maturare.

È un romanzo che ci fa comprendere quanto le narrazioni siano potenti per sciogliere i nodi e arrivare alla verità. Che non è mai una e assoluta. Ma che ha sempre due facce, sebbene non sempre gradevoli, perché la verità è cruda, ruvida, graffiante e pericolosa per la sua potenza, ma liberante nel momento in cui la si abbraccia.

“Le storie sono importanti, disse il mostro. Possono essere più importanti di qualsiasi cosa. Se portano con sé la verità.”

L’edizione che ho letto io è corredata dalle magnifiche illustrazioni di Jim Kay, che rendono perfettamente l’atmosfera del romanzo, lo arricchiscono di magia e mistero. È edito da Mondadori, nella collana Oscar Junior, consta di 200 pagine o poco più e si legge in un solo giorno. Ma la magia delle emozioni che regala dura per sempre.



× Ciao!