A Casa di Lucia | -23 al Natale: Il maialino di Natale, di J.K. Rowling
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-23 al Natale: Il maialino di Natale, di J.K. Rowling

Leggere “Il maialino di Natale” è un’esperienza che si affronta col sorriso, prosegue nel pianto e si scioglie nel calore dell’Amore allo stato puro. Leggerlo con mia figlia ha intensificato ognuno di questi passaggi, in una compartecipazione di emozioni che rimbalzavano da me a lei man mano che procedevamo nella lettura.

Lascio la parola a Phoebe (9 anni).

“È un libro molto bello e commovente (in alcune parti stavo quasi per lacrimare). Parla di un bambino che era molto legato a Lino, il suo maialino di pezza. Il bambino si chiama Jack. Quando Lino viene lanciato dal finestrino dell’auto da Holly (la sorellastra di Jack), lui lo rivuole indietro e per consolarlo Holly gliene ricompra uno nuovo. Da lì parte un’avventura per cercare Lino nel Mondo dei Perduti insieme a Nat (abbreviazione di “Maialino di Natale”). Quella notte è la notte della vigilia di Natale e i giocattoli di Jack si sono animati. Il loro viaggio si concluderà a mezzanotte.

Se non l’avete letto, ve lo consiglio perché è bellissimo e sa proprio di Natale, perché come nel Natale c’è lo stare con la famiglia, il perdonare, l’Amore, la speranza.”

Questo libro è stato così intenso anche per me, che non riesco a non unirmi a mia figlia per parlarvene. Come diceva Phoebe la storia è quella di Jack, un bambino che improvvisamente subisce il divorzio dei genitori, a cui segue nel tempo il trasferimento del padre all’estero, il trasloco con la madre (con annesso cambio di scuola e nuovi amici), la nuova storia d’amore della madre che sfocia in un secondo matrimonio. Insomma la sua vita viene stravolta e si ritrova a vivere in un’altra città, in una nuova casa, con una “nuova famiglia”, perché oltre al marito della madre spesso è con loro anche la figlia di quest’ultimo, Holly, una ragazzina che aveva conosciuto a scuola ma che nell’ambito familiare si trasforma da “amica” in “nemica”, preda anche lei di tutti quei cambiamenti. Accanto a Jack però c’è sempre stato Lino, il suo maialino di pezza, che da quando è piccolo lo ha seguito in mille avventure (lo stesso nome è un’abbreviazione di “Mimalino“, il modo in cui da piccolino lui chiamava “il mio maialino“). Lino ha asciugato le sue lacrime, ha dormito con lui rassicurandolo col suo calore, la sua morbidezza e il suo profumo inconfondibile. Lino è la sua certezza.

Fino a quando alla vigilia di Natale, tra numerosi imprevisti che vedono piombare a casa Holly scappata dalla madre per stare col padre, Lino viene perso, lanciato dalla stessa Holly dal finestrino dell’auto in corsa durante un litigio con Jack.

Ma la notte della vigilia è una notte magica

“Tutto può accadere nella notte dei miracoli e delle cause perse.”

Ed ecco che il maialino comprato da Holly per rimediare al suo gesto, dopo essere stato violentemente rifiutato da Jack, si anima e lo porta a recuperare Lino nella Terra dei Perduti.

Il romanzo si incentra quindi sulle avventure di questo viaggio, che porteranno Jack e Nat (il nome dato al nuovo maialino di pezza da “Natale”, il momento in cui è arrivato) a conoscersi e a creare un nuovo rapporto. Rimpiccioliti e persi nella loro stessa casa, Jack e Nat verranno risucchiati nella Terra dei Perduti e visiteranno le sue parti, il Fuori Posto, Usa e Getta, la Landa degli Illacrimati, Dove sarà Mai, la Città dei Rimpianti fino ad arrivare all’Isola dei Diletti. Il tutto scappando sempre dai Modulatori, soldati del Perdente.

Attraverso la simbologia dei giocattoli e della crescita, si affronta il difficile tema della perdita di chi ci è caro. Chi si è tanto amato è davvero perso? O qualcosa di lui rimane sempre? E chi arriva al nostro fianco è solo un suo sostituto o nella vita c’è la possibilità di andare avanti senza dimenticare ma anche senza smettere di amare? Grandi interrogativi affrontati con una delicatezza disarmante, per un lieto fine che lascia con la consapevolezza che l’Amore sarà sempre la risposta ai nostri bisogni, piccoli o adulti che si sia.

“Niente è perduto per sempre finché rimane un po’ di speranza…”

 



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