15 Set “La classe” di Christina Dalcher
Il distopico distende una delle tante pieghe della storia e la rende il palcoscenico reale della vicenda. Il possibile assume dignità. Tutti i condizionali e congiuntivi sono sostituiti da tempi all’indicativo e slittano le coordinate. Lo spiazzamento cede subito il posto e si spalanca davanti a noi lo scenario aperto da uno dei molti “se”.
Non fa differenza la scelta di Christina Dalcher nel suo “La classe“, dove tutto parte dal presupposto di un mondo quale è quello in cui viviamo, caratterizzato dalla sovrappopolazione, e da studi che hanno avuto inizio nel Novecento, cioè quelli dell’eugenetica. Ma ecco il salto. Le assi spazio-temporali si scindono nel momento in cui si sceglie di dare una direzione diversa, creando quel mondo in cui ogni sfera della vita è condizionata dal proprio Q, cioè dal quoziente intellettivo. La scuola che un bambino può frequentare, il lavoro a cui un giovane può accedere, il quartiere dove poter abitare, persino la cassa del supermercato a cui poter pagare…o la “scelta” di far sopravvivere un feto. In maniera agghiacciante ci si immerge in questo prima e dopo, cercando di capire dove si sia verificata la scintilla. Scoperchiamo vasi di Pandora che non racchiudono altro che l’essenza dell’uomo anche nelle sue più infime vendette, in cui vittime di bullismo rialzano la testa crescendo fino a voler testare la sterilizzazione forzata di chi si considera inferiore, in un climax senza tregua che immettendosi in un futuro possibile rimanda ad un passato a cui non dovremmo tornare. Intricato in alcuni passaggi, alquanto asciutto nello stile, non il mio preferito ma comunque interessante, anche questo distopico tocca le corde giuste, spingendo il lettore ad interrogarsi nel profondo. Fino a dove può arrivare la “classificazione” sociale? Fino a che punto ci si può fare soggiogare dal “così vanno le cose”? Ma soprattutto, quando la rana si accorgerà dell’acqua che inizia a bollire per poter spiccare il salto verso la salvezza? Si sveglierà in tempo? Ci sveglieremo in tempo?