A Casa di Lucia | LIBRERIA SHAKESPEARE AND COMPANY
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LIBRERIA SHAKESPEARE AND COMPANY

“Entrai nella libreria e aspirai quel profumo di carta e magia che inspiegabilmente a nessuno era ancora venuto in mente di imbottigliare”. Carlos Ruiz Zafón

Oggi scopriremo un luogo magico della splendida Parigi, una libreria davvero unica: la Shakespeare and Company.

Una delle attrattive maggiori di una città come Parigi è la sua connessione con epoche passate, romantiche e attraenti.

Un posto che risponde ampiamente a una descrizione del genere è senza dubbio la famosissima e storica libreria Shakespeare and Company, situata lungo le rive gauche della Senna, a due passi dalla Cattedrale di Notre-Dame. Vera e propria istituzione letteraria di Parigi, qui vengono organizzati regolarmente eventi come il Sunday tea, presentazioni di libri, letture poetiche ed incontri con gli scrittori, infatti a dispetto del valore storico culturale che Shakespeare and Company ha ottenuto nel corso del tempo, questa libreria non è un museo o un vecchio cimelio da osservare a distanza: è un posto vivo e attivo, che continua a offrire eventi sociali e culturali in cui è possibile incontrare autori, artisti e personaggi interessanti provenienti da tutto il mondo.

Specializzata in libri in lingua inglese, è stata nominata dai lettori del Guardian una delle 10 librerie indipendenti più belle al Mondo.

Il fatto che questa libreria sia stata oggetto delle attenzioni del noto regista Woody Allen (che tra l’altro, decide di includere nel suo film tributo a Parigi “Midnight in Paris”) parla da sé. Lo stile romantico, nostalgico e un po’ sognatore con cui questo regista hollywoodiano dipinge la città, attraverso istituzioni come questa libreria non è molto diverso dalla realtà. Tra gli altri film girati al suo interno, ricordiamo anche una bella scena in Before Sunset (Prima del tramonto), film girato a Parigi con Ethan Hawke e Julie Delpy. I due protagonisti si incontrano proprio tra i libri di questa magica libreria.

La prima libreria fu aperta da Sylvia Beach il 17 novembre 1919 al numero 8 di rue Dupuytren per poi essere trasferita nel 1921 al 12 di rue de l’Odéon. Negli anni Venti divenne il centro della cultura anglo-americana a Parigi ed ospitò illustri personaggi come Hemingway, Ezra Pound, Stein, George Antheil, Man Ray e Joyce. Qui circolavano anche titoli banditi nel Regno Unito, ma tutto ciò durò fino al 1941 quando la libreria chiuse i battenti a causa dello scoppio della Seconda guerra mondiale. Qualche anno più tardi (nel 1951) un altro statunitense di nome George Whitman, memore della gloriosa storia della Shakespeare and Company di Sylvia Beach, aprì una nuova libreria che qualche anno più tardi prese il nome appunto di Shakespeare and Company.
La libreria esiste ancora oggi al 37 di rue de la Bûcherie, vicino Place St.Michel.

Negli anni Cinquanta la libreria fu punto di riferimento per molti degli scrittori della Beat Generation come Henry Miller, Allen Ginsberg e William Burroughs.

Migliaia di persone sono passate di lì negli anni: scrittori, viaggiatori e personaggi eccentrici che abitavano le stanze di questa bellissima libreria. George Whitman, infatti, aveva a disposizione dei posti letto da offrire a chi ne aveva necessità.

Il motto della libreria era sin dal 1951 “be not inhospitable to strangers lest they be angels in disguise”, ossia “non essere inospitale con gli stranieri potrebbero essere angeli mascherati”.

Ancora oggi sua figlia Sylvia mantiene viva la tradizione portata avanti dal padre.

Ci sono infatti otto posti letto al secondo piano disposti tra gli scaffali pieni di libri.

Per poter passare una notte lì bisogna ricevere l’invito della proprietaria. Non tutti possono partecipare l’invito è solitamente limitato a scrittori, esperti di letteratura e grandi amanti dei libri. La libreria funge anche come sala da lettura. Qui è possibile, infatti, soffermarsi su una poltrona confortevole per passare un po’ di tempo leggendo un libro senza essere disturbati (se non da qualche gatto che circola liberamente al suo interno).

Recentemente è stato aperto anche un piccolo ma confortevole cafè dove poter bere un thè, una cioccolata e proponendo una selezione di prodotti di pasticceria e miscele di caffè pregiate, birre francesi e vino, così da andare incontro alle esigenze dei clienti in ogni ora del giorno.

Assolutamente da provare per una pausa in un luogo magico e ricco di storia.

Una curiosità: la libreria ha pensato anche a menù ispirati a opere letterarie, come Festa mobile che richiama l’omonima opera di Ernest Hemingway, assiduo frequentatore della libreria.

Spazio ovviamente anche ai libri, che possono essere letti all’interno del caffè e una selezione è anche in vendita nel locale. All’ingresso, inoltre, sono messi a disposizione libri usati e la stampa inglese.

Come racconta Sylvia Beach nel suo libro Shakespeare and Company (1959), la libreria rimase aperta anche alcuni mesi durante l’occupazione tedesca della capitale. Tuttavia, le amicizie della titolare con intellettuali ebrei e il suo rifiuto di vendere un libro a un ufficiale tedesco, costrinsero la Beach a chiudere la libreria nel 1941 e stipare tutto il magazzino nell’appartamento vicino al suo. Internata per sei mesi in un campo di prigionia, al suo ritorno Sylvia Beach visse in clandestinità, continuando la sua operazione di resistenza culturale. Sylvia Beach, infatti, fu la prima a pubblicare l’Ulysses di James Joyce, censurato in Francia, facendosene recapitare alcune copie da un suo complice in Canada. Per George Whitman, l’ex proprietario americano della libreria – che visse nel piccolo appartamento sopra il negozio fino quando morì nel 2011, a 98 anni – Shakespeare and Company era molte cose. Whitman la descrisse in modo sintetico ed efficace come «un’utopia socialista travestita da libreria», un’espressione di entusiasmo bohémien in cui i visitatori rimanevano a dormire al piano di sopra e veniva servito vino rosso in scatolette di tonno vuote. Ma George, com’era conosciuto da molte persone, considerava la sua libreria anche un’opera d’arte vivente. «Ho creato questa libreria nel modo in cui un uomo scriverebbe un romanzo, costruendo ogni stanza come se fosse un capitolo», raccontò. «Voglio che le persone aprano la porta nello stesso modo in cui aprono un libro; un libro che porta nel mondo magico della loro immaginazione».

 



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