A Casa di Lucia | AGATHA CHRISTIE E I SUOI MISTERI
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AGATHA CHRISTIE E I SUOI MISTERI

“Un indizio è un indizio, due indizi sono una coincidenza, ma tre indizi fanno una prova.”

Oggi parleremo di una dama che ha fatto la storia del giallo, Dame Agatha Christie, al secolo Agatha Mary Clarissa Christie, Lady Mallowan, per tutti Agatha Christie

Vediamo un po’!

Agatha nasce in una ricca famiglia della borghesia del regno britannico il 15 settembre 1890, a Torquay nella villa chiamata “Ashfield” che fu acquistata da sua madre Clara e dove trascorse l’infanzia che descrisse come “molto felice”.

Come tutte le donne speciali, Agatha ha avuto una vita molto interessante e movimentata, ricca di stimoli culturali e di fonti di ispirazione per i suoi romanzi. 

Fu circondata da una serie di donne forti e indipendenti fin dalla tenera età, tra cui in particolare la madre, che è stata un grande stimolo intellettuale oltre che motivo di continuo incoraggiamento per la sua passione letteraria. 

Infatti, fu per decisione di sua madre  che ricevette un’educazione domestica: fu cioè istruita dai suoi genitori, i quali provvidero a insegnarle a leggere, scrivere e a padroneggiare l’aritmetica , il pianoforte, il mandolino. Sin da bambina, manifestò una grande propensione per la lettura e la matematica. 

Solo nel 1902, dopo la morte di suo padre (aveva quasi 12 anni), venne mandata a ricevere un’istruzione formale presso la Scuola per ragazze della signorina Guyer a Torquay, ma trovò difficile adattarsi all’atmosfera disciplinata e nel 1910 tornò a casa, dove però trovò la madre Clara che era malata. 

Decisero di trascorrere del tempo insieme nel clima più caldo de Il Cairo, meta frequentata soprattutto dai ricchi britannici. 

Qui ambientò il suo primo romanzo, Snow Upon the Desert, pubblicato con lo pseudonimo di Monosyllaba e ispirato alle credenze esoteriche della sua famiglia (Agatha, come i fratelli, credeva che sua madre Clara fosse una medium con l’abilità della seconda vista). 

Ispirati allo spiritismo e al paranormale furono anche “Il richiamo delle ali” e “L’oro di Manx”, tuttavia non graditi dagli editori.

Una cosa che mi ha molto incuriosita è la notizia ufficiale (evidentemente perché abitudine dell’epoca) che, nel periodo del soggiorno al Cairo, (come in quello successivo) Agatha abbia partecipato a molte funzioni sociali alla ricerca di un marito… Marito che incontrerà  nell’aprile del 1913 ad un ballo tenuto da Lord e Lady Clifford a Ugbrooke, a circa dodici miglia da Torquay: si trattava di Archibald Christie, figlio di un giudice del servizio civile indiano e ufficiale dell’esercito distaccato al Royal Flying Corps, di cui si innamorò immediatamente e che sposò l’anno successivo alla vigilia di Natale e dal quale ebbe la sua unica figlia, Rosalind Margaret

Erano anni di guerra ed Archie stette lontano per molto tempo. Anche Agatha si impegnò nello sforzo bellico, partecipando al Voluntary Aid Detachment, con cui assistette i soldati feriti sia come infermiera non retribuita sia come Responsabile dell’aiuto ai medici e del mantenimento del morale, svolgendo 3400 ore di lavoro non retribuito tra l’ottobre del 1914 e il dicembre del 1916. Successivamente, qualificatasi come “assistente speziale” e lavorando come dispensatrice, guadagnò 16 sterline all’anno fino alla fine del suo servizio. 

Alla fine della guerra, la coppia si stabilì ad Ashfield. Archie lasciò l’Air Force e incominciò a lavorare nel settore finanziario della città, mentre Agatha coltivava la sua passione per la scrittura e il teatro. 

In questo periodo concepì il personaggio del suo primo romanzo poliziesco, “Poirot a Styles Court”, Hercule Poirot, un ex ufficiale di polizia belga noto per i suoi “magnifici baffi” e la testa a forma di uovo, ispirandosi all’esperienza maturata in tempo di guerra e ai soldati belgi che si erano rifugiati a Torquay e quelli che aveva assistito come infermiera.

Dal momento che il marito doveva viaggiare molto, lo seguì in Sudafrica, Australia, Nuova Zelanda e Hawaii. 

Il grande amore tuttavia naufragò alla fine del 1926, quando  Archie chiese ad Agatha il divorzio perché si era innamorato di Nancy Neele. 

A questo punto, la storia di Agatha Christie si confonde con il romanzo e con il mistero fino a che non sarà più possibile conoscere la verità…

IL MISTERO DI AGATHA CHRISTIE 

Sembra che il 3 dicembre 1926, i Christie litigarono a causa del tradimento con Nancy Neele e Archie lasciò la loro casa, per trascorrere il fine settimana con la sua amante. 

Quella stessa sera, però, verso le 21:45, la Christie scomparve da casa sua, lasciando dietro di sé una lettera per la sua segretaria in cui diceva che sarebbe andata nello Yorkshire, dove sembra non essere mai arrivata. La sua auto, una Morris Cowley, fu in seguito trovata a Newlands Corner, sopra una cava di gesso, con una patente di guida scaduta e dei vestiti.

La sua scomparsa causò molte domande tra il pubblico. Il segretario agli interni, William Joynson-Hicks, fece pressione sulla polizia e un giornale offrì una ricompensa di cento sterline per chi l’avesse ritrovata. Furono impiegati oltre mille agenti di polizia, 15.000 volontari e diversi aerei per perlustrare il territorio della scomparsa. 

Addirittura, Sir Arthur Conan Doyle (lo scrittore di Sherlock Holmes) giunse a regalare a una medium uno dei guanti della Christie per trovare la donna scomparsa. 

Nonostante ciò, la scrittrice non fu trovata per ben dieci giorni, finché non venne rintracciata presso lo Swan Hydropathic Hotel di Harrogate, nello Yorkshire, registrata come “signora Tressa Neele“, il cognome dell’amante del marito. Ufficialmente non si è mai conosciuto il vero motivo della scomparsa. Un’amnesia o un dispetto ad Archie o semplicemente una trovata pubblicitaria? 

La biografa Laura Thompson suggerì che Christie lo chiarì nei sei romanzi rosa che scrisse tra il 1930 e il 1956 con lo pseudonimo Mary Westmacott, in uno stile ben diverso dalle sue normali storie poliziesche.

Il pubblico naturalmente si divise tra chi sosteneva l’ipotesi della depressione e chi quella della trovata pubblicitaria, quella  del tentativo di incastrare il marito per omicidio. 

Quest’ ipotesi ha ispirato Il  film di Michael Apted del 1979, “Il segreto di Agatha Christie”. Il film descrive la Christie che pianifica il suicidio in modo da incastrare l’amante di suo marito per il suo “omicidio”. Nel film un reporter americano, interpretato dal grande Dustin Hoffman, la segue da vicino e interrompe il piano. 

Nonostante gli eredi di Christie avessero intentato una causa senza successo per impedire la distribuzione del film, l’autore Jared Cade riuscì a fornire prove (intervistando amici e parenti) per suggerire che la scrittrice avesse pianificato l’evento per mettere in imbarazzo suo marito senza prevedere la melodrammatica escalation che ne derivò. Fu così evitata la censura del film. 

Ad ogni modo, Agatha non riuscì ad impedire il divorzio che avvenne nel 1928, benché  mantenne sia la custodia della figlia Rosalind che il cognome di Christie per la sua scrittura (aveva infatti pubblicato con il cognome del marito sei romanzi, una raccolta di racconti e diversi racconti su riviste). 

IL NUOVO AMORE E LA SCOPERTA DELL’ARCHEOLOGIA 

“Un archeologo è il miglior marito che una donna possa avere: più lei diventa vecchia, più lui s’interessa a lei.”

Nonostante la grande delusione amorosa, Agatha si risposò con un uomo molto più giovane di lei, l’archeologo Max Mallowan, nel settembre del 1930. Il loro fu un matrimonio felice e durò fino alla morte della Christie, nel 1976 e grazie al quale scoprì la passione per l’archeologia, che fu fonte di ispirazione per molti dei suoi più importanti romanzi (Poirot sul Nilo, Non c’è più scampo e Assassinio sul Nilo, Il mondo è in pericolo) o personaggi che erano archeologi o esperti di culture e manufatti mediorientali. L’estensione del tempo trascorso nei molti luoghi descritti nei suoi libri è evidente dal dettaglio estremo con cui li descrive. 

La Christie, che traeva ispirazione dai luoghi in cui era vissuta, viaggiava spesso insieme al marito, grazie al quale ebbe modo di scrivere i romanzi ambientati in Medio Oriente. I lunghi viaggi, infatti, ebbero una forte influenza sulla sua scrittura, dato che alcuni tipi di trasporto spesso hanno un ruolo nei piani del suo assassino. Fu in quel periodo che concepì il romanzo del 1934, “Assassinio sull’Orient Express”, scritto all’Hotel Pera Palas di Istanbul, in Turchia.

Non solo. Nei periodi di scavi scrisse romanzi e racconti, ma contribuì anche al lavoro di scavo, in particolare al restauro archeologico e all’etichettatura dei reperti, la ricostruzione della ceramica, lo sviluppo delle fotografie effettuate negli scavi e il prendere appunti sul campo.

Una curiosità; Christie pagava per il suo vitto, l’alloggio e le spese di viaggio in modo da non influenzare il finanziamento degli scavi archeologici. Addirittura sostenne anche gli scavi come sponsor anonimo.

IL VELENO 

“Il veleno ha un certo fascino, non ha la crudezza del revolver né quella del coltello.” 

(Miss Marple: giochi di prestigio)

L’intelligenza e l’immensa curiosità di Agatha Christie stupiscono nuovamente, quando, durante la seconda guerra mondiale, lavorò nella farmacia presso l’University College Hospital di Londra, dove acquisì una conoscenza dei veleni che mise a frutto nei suoi romanzi polizieschi post-bellici. 

Ad esempio, in “Un cavallo per la strega” impiegò il tallio per una serie di delitti, spiegando bene che il primo indizio dell’avvelenamento è la perdita di capelli da parte delle vittime. La sua descrizione dell’intossicazione da tallio fu così precisa che, almeno in un’occasione, aiutò a risolvere un caso che era sconcertante per i medici.

IL SOSPETTO DI SPIONAGGIO 

“I personaggi della mia fantasia sono sempre stati più reali per me della gente in carne ed ossa che incontravo”.

Intorno al 1941-42, l’agenzia di intelligence britannica fece delle indagini sulla Christie, dopo che un personaggio chiamato “maggiore Bletchley” apparve nel suo thriller del 1941Quinta colonna”, che parlava della caccia a un paio di letali giornalisti nell’Inghilterra del tempo di guerra.

Il servizio segreto britannico temeva che la Christie avesse una spia nel centro top-secret della divisione del codice segreto inglese. Le paure dell’agenzia vennero placate quando Christie disse al suo amico, il codicista Dilly Knox: “Sono stata bloccata lì sulla mia strada in treno da Oxford a Londra e mi sono vendicata dando il loro nome a uno dei miei meno adorabili personaggi”.

Agatha Christie è considerata una delle scrittrici più influenti e prolifiche del XX secolo nonché giallista di fama mondiale

Molti dei suoi personaggi, ricorrenti come Hercule Poirot e Miss Marple, sono famosi in tutto il mondo e protagonisti di buona parte della sua produzione letteraria e di una serie di adattamenti cinematografici e televisivi, ancora oggi apprezzati dal pubblico con successo, ed è la scrittrice inglese più tradotta, seconda solo a Shakespeare. 

Ci sarebbe tantissimo ancora da dire, ma mi limito a concludere ricordando alcune delle numerose onorificenze di cui si è fregiata: nel 1956, venne nominata comandante dell’Ordine dell’Impero Britannico. L’anno successivo, divenne presidente del Detection Club. Nel 1971 fu promossa a dama comandante dell’Ordine dell’Impero Britannico. Tre anni prima, nel 1968, suo marito era stato nominato cavaliere per il suo lavoro archeologico. Erano una delle poche coppie sposate in cui entrambi i partner erano onorati a pieno titolo. Nel 1968, grazie al cavalierato di suo marito, la Christie assunse il titolo di Lady Mallowan.

“La vita ha spesso una trama pessima. Preferisco di gran lunga i miei romanzi”. 

(Agatha Christie)



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