A Casa di Lucia | GRAZIE MAMMA
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GRAZIE MAMMA

“Mamma solo per te la mia canzone vola,

mamma sarai con me tu non sarai più sola.

Quanto ti voglio bene queste parole d’amore

che ti sospirano il mio cuore forse non s’usano più

Mamma, ma la canzone mia più bella sei tu,

sei tu la vita e per la vita non ti lascio mai più.”

La mamma è la nostra roccia, una figura fondamentale e centrale nella vita di tutti che ci dona conforto e rifugio.

Gli scrittori hanno spesso sentito il bisogno di omaggiare la figura materna con poesie, racconti, romanzi.

Oggi, in via del tutto eccezionale e in occasione della settimana dedicata alla Mamma, pubblichiamo un piccolo cadeau creato per il nostro blog “In Tutto Liber” di A casa di Lucia dal caro Preside, ma soprattutto amico, Lorenzo Di Donato, con un dolce ricordo e un ringraziamento in cui tutti potremo riconoscerci.

Umberto ha due anni meno di me. Entrambi fanciulli, ogni tanto bisticciamo. La mamma interviene appena si accorge del nostro bisticcio.

“Umberto, che succede?”

“Mamma, Lorenzo non vuole che io mi prenda un foglio dal quaderno.”

“E rispetta tuo fratello, perchè egli è più grande di te e conosce le cose!”

Poi mamma si rivolgeva a me:

”E’ vero quello che dice Umberto?”

“Si, mamma. Quello è un moccioso che vuole fare sempre di testa sua!”.

“E tu, che sei più grande e capisci di più, sopportalo. Non rimproverarlo sempre!”.

Oggi è festa a casa. A tavola, mamma fa sedere con noi una mendicante che è abitualmente sui gradini della chiesa di sant’Anna, che è di fronte alla nostra casa:

”Oggi è festa per voi e non avete alcun nonno che la condivida con voi: questa signora è oggi la vostra nonna. Trattatela bene”.

La nostra casa è in piazza Ospedale e, nella nostra fanciullezza, i nostri parenti ed amici di Carinola, paese natio dei miei genitori,  venivano col treno a trovare familiari ricoverati. Se dovevano restare anche il giorno dopo, venivano a casa a chiedere consiglio (siamo negli anni quaranta dello scorso secolo), anche ad ora di pranzo. Rammaricati, volevano scappar via. E mia madre esclamava.

“Ma nossignore, Totonno! Siedi con noi: un cucchiaio da  ciascuno di noi e c’è il piatto anche per te!”

La sera a casa mia si diceva il Rosario, con le preghiere in latino. La mamma, con la sua “solida” seconda elementare, aveva qualche difficoltà col suo “latinorum” e ogni tanto a noi, che incominciavamo a masticare il latino, ci scappava il sorrisetto. Mamma, allora, col dorso della mano accennava ad uno scapaccione e diceva

”Perciò vi facciamo studiare. Così voi non fate ridere nessuno”.

Grazie mamma, per l’amore , il rispetto, l’umiltà, la carità che ci hai trasmesso.



× Ciao!