A Casa di Lucia | HEIDI
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HEIDI

“Ma è meglio che tu resti qui, sui tuoi monti, con tuo nonno e con tutte le persone che ti amano. In città potresti di nuovo ammalarti. Però voglio chiederti una cosa: se un giorno dovessi ammalarmi io, che sono solo, ci verresti a vivere con me?”

 

“Heidi” il romanzo di Johanna Spyri, pubblicato nel 1880, ha incantato generazioni di bambini con la sua gioia di vivere e il suo gran cuore.

Venne inizialmente pubblicato in due tomi separati, Heidis Lehr- und Wanderjahre (“Gli anni di formazione e di peregrinazioni di Heidi”) e Heidi kann brauchen, was es gelernt hat (“Heidi può servirsi di ciò che ha imparato”), in seguito uniti in un solo libro.

Il romanzo è stato tradotto in moltissime lingue e ha ispirato più di 15 film.

Heidi è la storia di una piccola orfana svizzera che viene affidata dalla zia Dete, costretta a partire per Francoforte per lavoro, alle cure del nonno che vive in una casa sulle Alpi. Il nonno è un uomo introverso e solitario, che appare burbero e non propriamente adatto ad allevare una bambina. Nel corso della storia, però, la figura del nonno diventa fondamentale per Heidi, ben presto la dolce bambina lo conquisterà con la sua esuberanza, il suo carattere affettuoso e il suo amore per la natura. Oltre al nonno, le sole altre persone con le quali Heidi farà conoscenza saranno Peter, il pastore undicenne che guida al pascolo le capre di tutto il villaggio, la madre Brigida e la nonna cieca di Peter.

Heidi trascorre la maggior parte del suo tempo tra l’erba e i fiori, aiuta il nonno a mungere e a pascolare il gregge. La piccola durante la sua convivenza con il nonno, non imparerà a leggere e a scrivere, soprattutto per volere del nonno che teme la contaminazione della purezza e della libertà della bambina.

Dopo qualche anno, la zia Dete deciderà di portarla a vivere con sé a Francoforte, dove la vita di Heidi cambierà totalmente. Qui Heidi, non solo imparerà a leggere e a scrivere, ma avrà modo di trascorrere le sue giornate insieme a Klara, una bambina costretta sulla sedia a rotelle a causa della poliomielite, che diventerà presto la sua migliore amica. Ma Heidi, chiusa nella villa di una famiglia dell’alta borghesia tedesca dovrà sottostare alle ferree regole della signorina Rottenmeier, colei che si occupa dell’educazione di Klara.

L’allegria e la spensieratezza della bambina saranno messe a dura prova da questa nuova vita in città: rimpiange continuamente la vita tra le sue amate montagne e con l’amico Peter. Ben presto la bambina si ammalerà. Il medico di famiglia capisce che Heidi ha nostalgia di casa e insiste perché torni tra le sue montagne.

Nel romanzo della Spyri si presenta decisamente forte il contrasto tra l’immota vita di montagna e l’operosa città industriale che caratterizza la routine quotidiana degli emigranti. Infatti, come la zia di Heidi sarà costretta ad emigrare per guadagnarsi da vivere, molti operai e contadini svizzeri dell’epoca furono costretti a fare altrettanto a causa della povertà e della fame.

Heidi non è solo una parte importante del patrimonio culturale svizzero, ma anche un fenomeno globale. Nel maggio del 2023, i due archivi zurighesi di Heidi e Johanna Spyri sono stati inseriti nel Registro Memoria del Mondo dell’UNESCO, che ha così riconosciuto il valore eccezionale di queste testimonianze documentali e reso omaggio a livello internazionale alla storia di Heidi. 

L’internazionalizzazione di Heidi inizia nel 1884 negli Stati Uniti, spiega il direttore dell’Archivio Heidi Peter O. Büttner, della Fondazione Heidiseum. Fino al 1901, anno della morte di Johanna Spyri, erano già uscite tre diverse traduzioni di Heidi in America. E fino al 1936, solo negli Stati Uniti erano state vendute oltre 20 milioni di copie.

In Giappone Heidi era molto popolare già parecchi anni prima del film di Hollywood del 1937. Il romanzo fu tradotto per la prima volta in giapponese nel 1920. Cinque anni dopo uscì un adattamento letterario che segnò l’inizio del culto di Heidi in Giappone. Oggi nel Paese sono note oltre 300 traduzioni del romanzo.

È possibile che la popolarità di Heidi in Giappone sia legata al contrasto tra tradizione e modernità, presente nel romanzo, e alla rappresentazione della natura come fonte di felicità e salute, oltre che come una manifestazione del sublime. Il cartone animato di Isao Takahata del 1974, dal titolo «Heidi, la ragazza delle Alpi», non solo segnò l’apice del culto di Heidi in Giappone, ma fece anche diventare questa orfanella svizzera l’eroina di un’intera generazione di bambini in Europa.

 

 

Takahata era stato in Svizzera per visitare i luoghi in cui è ambientato il romanzo di Johanna Spyri e per lasciarsi ispirare dal paesaggio alpino.

Oggi i turisti possono visitare il villaggio giapponese di Heidi nella prefettura di Yamanashi.

 

 

Ma non finisce qui…

Il seguente link vi porterà alla scoperta dei luoghi di Heidi:

https://www.acasadilucia.org/2022/03/01/a-casa-di-heidi/

 

E poi…

Ricordate i deliziosi panini preparati dalla nonna di Peter? I Bretzel Buns conosciuti anche come i “panini di Heidi“, sono chiamati così perché il loro impasto e il sapore ricordano proprio le Bretzel tedesche.

Leggete l’articolo dedicato seguendo il link:

https://www.acasadilucia.org/2024/03/22/bretzel-buns-i-panini-di-heidi/

 

 

 

 

 



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